L’opera di Antonello Murgia Pisano rappresenta la Sardegna al Festival Archeologico di Firenze. La dedica a Giorgio Todde, medico, scrittore e intellettuale che in più occasione si è espresso in difesa del patrimonio archeologico sardo, è un omaggio e un augurio perché sempre più siamo consapevoli dei nostri tesori e ci impegniamo a proteggerli.
Il cortometraggio “Sui tetti di chi dorme” ha ricevuto ottimi riscontri in Europa e anche a New York, collezionando diversi premi tra cui miglior documentario, miglior regia e miglior corto. Antonello Murgia Pisano ha curato ogni dettaglio, è anche autore della sceneggiatura e delle musiche originali. Nel cast, Lia Careddu, Rossella Faa, Fabio Marceddu, Isabel Moiño Campos, Carla Onni e Sandro Loi che interpretano le voci del passato, la gente del colle.
Raccontare l’archeologia, attualizzare il messaggio di tutela e di consapevolezza sono traguardi necessari da raggiungere, oltre che obiettivi impliciti dell’evento di Firenze che vede coinvolto il regista sardo. Il viaggio di “Sui tetti di chi dorme” proseguirà dato che fa parte dei titoli selezionati dall’Istituto Italiano di Cultura di Belgrado.

La Sardegna vanta la più grande necropoli del Mediterraneo. Tuvixeddu è un unicum con un enorme potenziale in termini identitari e turistici, ancora poco valorizzato e conosciuto. Il sito ha una storia antichissima che si è protratta fino dopo gli anni ’50 del Novecento quando le sue cavità tombali erano divenute casa per le persone rimaste senza dimora dopo di bombardamenti su Cagliari.
Una storia non sempre felice, che, a parte le conquiste stratificate nei secoli, hanno visto lottizzazioni spregiudicate ferire questo territorio così speciale. Le tombe si sviluppano sia in orizzontale che in verticale, e alcune sono affrescate e decorate con disegni parietali tra i più antichi al mondo. La vegetazione che cresce sul colle che ospita la necropoli vanta circa 156 specie diverse, e offre rifugio a falchi, conigli e altri piccoli uccelli e animali.
Tuvixeddu, il piccolo colle è un luogo di sepoltura, un parco, un monumento ambientale e archelogico nel cuore della città, un simbolo per Cagliari stessa, un luogo che ancora merita di emergere e chiede amore. Questo delicato cortometraggio ci racconta la sua storia, o meglio, le sue storie e le sue tante vite e ci ricorda che “Non si cammina sui tetti di chi dorme”.