Una Sardegna che combatte, fiera della sua terra, a difesa della propria terra. Una Sardegna che vuole rilanciarsi, tutelando l’ambiente e la salute. Partendo dalla narrazione di ciò che la inquina. Arriva su Al Jazeera il documentario “The Sardinian Death Of Factory” della regista sardo-australiana Lisa Camillo, già disponibile sui canali ufficiali del canale qatariota.
Il documentario
Un comitato di attivisti di Iglesias combatte da molti anni per riconvertire una fabbrica d’armi di proprietà tedesca, la RWM con il suo stabilimento a Domusnovas, e trasformare la Sardegna in una terra sana, con il marchio di qualità WAR_FREE (liberi dalla guerra).
Una storia in cui la regista divulga l’orrore della guerra e le conseguenze socio-ambientali devastanti per il territorio e per la popolazione stessa. L’auspicio dei protagonisti è che ci possa essere una riconversione graduale della fabbrica in una industria che protegge i lavoratori e rispetta l’ambiente, costruendo un tessuto economico più sostenibile.

La situazione in Sardegna fotografata dal documentario
Il documentario si apre con una comparazione: una spiaggia sarda e delle strade nello Yemen. Serve a comprendere che le bombe fabbricate a Domusnovas servono a sostenere una guerra, che alla RWM nel 2020 ha fruttato 25 milioni di euro di introiti. “I dati dicono che per ogni stipendio di un lavoratore, loro guadagnano nove volte tanto. È una fabbrica di bombe che inquina le coscienze” spiega Cinzia Guaita, membro del comitato.
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La RWM progetta, produce e vende sistemi d’arma subacquei, mine marine, sistemi di sicurezza e armamento, bombe e testate di guerra. Da anni ambientalisti e antimilitaristi si battono contro l’attività dell’azienda, e attendono iniziative concrete per procedere alla bonifica dei siti inquinati.

“Con l’apertura di tante fabbriche nel nostro territorio, in diversi pensano che qui ci sia prosperità” spiegano gli attivisti, “e invece l’economia precipita. Non si possono sviluppare altri settori come l’agricoltura, la pesca e il turismo. E da un momento all’altro c’è un rischio incidenti che può avere un impatto rilevante sulle persone e sull‘ambiente”.
Lo scorso novembre, intanto, il Consiglio di Stato ha giudicato illegittima – su ricorso delle associazioni ambientaliste – la richiesta di ampliamento presentata dall’azienda agli enti regionali: erano previsti due nuovi reparti a Iglesias e un nuovo poligono per test esplosivi. È stato disposto che i progetti della RWM dovranno essere sottoposti a Via (Valutazione di impatto ambientale) obbligatorio, considerato il consistente impatto ambientale che l’ampliamento prevederebbe sul territorio.

La regista
Lisa Camillo è una regista, scrittrice ed antropologa sardo-australiana Già autrice del libro “Una ferita italiana. I veleni e i segreti delle basi NATO in Sardegna: l’inquinamento radioattivo e l’omertà delle istituzioni” (Ponte alle Grazie, 2019); da anni si impegna per sensibilizzare i giovani sardi a proteggere la propria terra.
In precedenza aveva diretto il premiato lungometraggio “Balentes – I coraggiosi”, uscito nei cinema australiani e su Prime Video. Un viaggio nell’isola negata, in quella parte della Sardegna sottratta ai propri abitanti in nome di esercitazioni militari.
“I sardi dovrebbero combattere per riappropriarsi della propria terra” confessa. “Se vogliamo cercare di cambiare qualcosa, prima di tutto dobbiamo informare i nostri figli che sono quelli che più di tutti pagano e pagheranno il prezzo dell’inquinamento ambientale che avvelena la salute, che causa malattie, che impedisce un sano sviluppo”.