La mostra al Musée Des Arts Décoratifs di Parigi su Elsa Schiaparelli e in parte dedicata al nuovo direttore creativo Daniel Roseberry, inaugurata a luglio, sarà aperta fino al 22 gennaio 2023. Le vostre vacanze, solo per questo, meriterebbero di considerare la Ville Lumière come tappa imperdibile se siete appassionati d’arte, oltre che di moda, perchè Elsa Schiaparelli è senza dubbio la prima stilista a trasferire negli abiti l’interpretazione personale dei movimenti artistici della sua epoca, del surrealismo prima di tutto. Lo ha fatto dal cuore pulsante di Parigi, frequentando gli artisti divenuti amici intimi e creando a quattro mani abiti con disegni originali, ad esempio di Jean Cocteau, firmati dall’artista stesso e con etichetta Schiaparelli. Potreste scoprire che l’iconico abito Aragosta, elaborazione in tessuto del telefono aragosta di Salvador Dalì non è un aragosta, ma un’ astice passata alla storia della moda come aragosta rispettando i canoni del surrealismo perfino nel tramandare l’opera.
Chi è Elsa Schiaparelli
Prima di tutto é un’artista surrealista fin dalla nascita nel 1890. Nella sua biografia “Shoking!” come il rosa acceso che contraddistingue il marchio, racconta un episodio curioso della sua infanzia: stanca di sentirsi considerare brutta da sua madre pensò a un modo per diventare più bella se fosse riuscita a farsi spuntare fiori su tutta la faccia. Chissà se Rodari la conobbe prima di scrivere la sua famosa poesia “Teste fiorite”. Elsa prese i semi dal giardiniere di famiglia e li ingoiò sperando che con il calore del corpo i fiori sbocciassero in fretta, ovviamente ottenne solo una lavanda gastrica e una strigliata. Questo episodio ci fa intuire quale fosse il suo temperamento indisponibile a lasciar andar via i sogni, seppur irrealizzabili. Ma irrealizzabili non lo furono. Dopo un matrimonio sbagliato e scelto solo per scappare dalla sua condizione borghese che la imprigionava artisticamente, si ritrovò giovanissima a evadere ancora una volta da una vita stretta e si trasferì a Parigi con la sua amica Gaby, niente meno che Gabriele Buffet Picabia, moglie di Francis Picabia. Il suo approccio alla moda lo deve senza dubbio a lei e alla visita che insieme fecero all’atelier di Paul Poiret dove le fu regalato un cappotto, probabilmente perchè Monsieur intuì il potenziale della Schiap girovaga a pubblicizzarlo fra tutti i salotti di Parigi, ma la leggenda narra che le fu regalato per il suo carisma. Contemporanea di Chanel, che pure ospitava nei suoi salotti gli artisti più influenti degli anni trenta, Elsa scelse sempre la via della creazione più che quella della vendita, ed ecco perchè probabilmente è considerata oggi un’artista. Creò talmente bene che Daniel Roseberry, direttore creativo della Schiaparelli dal 2019, ha la strada spianata sullo sviluppo contemporaneo del surrealismo.
Un nome che ci regala stupore
Schiaparelli non è sempre stata conosciuta, se non dagli addetti al settore, il lavoro di recupero di un marchio storico è estremamente importante se trasferito nel presente come Daniel Roseberry fa, seguendo i canoni estetici del surrealismo contemporaneo. Quindi il dettaglio di un occhio diventa un accessorio macro che copre quasi tutto il viso creando lo stupore del quale la nostra epoca talvolta ha bisogno per guardare. Così la mostra è più che mai attuale e potrebbe definire una linea guida per comprendere il Neosurrealismo, strizzando l’occhio allo shock per qualcosa che ci deve proprio arrivare in faccia prima di accorgerci che esista.