Siamo a Cagliari nel 1995. In vico III Lanusei, a ridosso dell’ex Manifattura Tabacchi, si sta scavando per la realizzazione di un parcheggio, quando emergono dal cantiere dei resti archeologici. La loro datazione abbraccia la storia di Cagliari, dall’età romana all’Ottocento e dimostra come quel pezzo di territorio cittadino vicino al porto è stato adibito a diversi usi: convertito da necropoli a dimora artigiana nel Medioevo, fino a divenire una discarica, dove sono stati trovati resti di oggetti di epoche diverse, provenienti da tutta Europa. L’aera archeologica di vico Lanusei III è una delle novità di Monumenti Aperti, che nel fine settimana di sabato 26 e domenica 27 ottobre approda nel Capoluogo di Regione per concludere la sua ventottesima edizione tra i Comuni di tutta la Sardegna e diverse tappe nella Penisola.
I visitatori (alle 17 della prima giornata erano già oltre 500) vengono condotti in un viaggio a ritroso nella storia da guide molto preparate: tre gruppi di studenti del Liceo Pacinotti. “A me piace molto la storia, così come ai miei compagni – ci racconta Beatrice, una di loro – e mi piace anche parlarne in un modo leggero (prima, ad esempio, stavo presentando il forno romano e invitavo i visitatori ‘in cucina’), perché mi piace questo fatto di vivere la storia. Quando tu attraversi un sito archeologico, puoi quasi immaginarti le cose che sono avvenute. Trovo quest’esperienza molto magica”.

E, infatti, dai racconti dei ragazzi si può visualizzare l’aera in epoca romana, la cui datazione, spiega una delle giovani guide, è permessa dagli oggetti rinvenuti, ceramiche, vasellame, anfore. Oltre a un forno, che è probabile fosse utilizzato da artigiani, nel sito sono state scoperte delle sepolture di epoca imperiale, come il sarcofago di una bambina di 3 anni, Vitellia Iuliana o di una donna di nome Tiburtia. Le due denominazioni dimostrano che Karales fosse la dimora di alcuni esponenti delle più prestigiose famiglie romane.
Di epoca alto medioevale le monete vandaliche trovate in quella parte dell’aera archeologica risalente al V e VI secolo d. C, dove si ritiene vi fosse un laboratorio artigiano. Di quel periodo le tracce di un muro eretto probabilmente a difesa delle incursioni vandaliche: era propabile che i vandali rubassero gli strumenti degli artigiani per rivenderli nel vicino porto.
E poi ancora sepolture, sta volta datate al VI – VII secolo, e le tracce di un incendio nell’VIII secolo, spiegano le guide. Dal IX secolo il terreno è stato convertito a discarica, ma ci fu un tentativo di riqualificazione nel 1800, quando la Società Agricola Economica vi mise a dimora delle colture sperimentali, seguendo la moda dell’epoca di creare dei giardini per accompagnare l’espansione urbana della città.
Nell’immagine di copertina l’area archeologica in vico III Lanusei a Cagliari aperta alle visite