Sino a cinque ore al giorno: è il tempo passato davanti allo schermo del cellulare. Una ricerca condotta da App Annie e riportata dall’Ansa dimostra che, in media, sono oltre quattro le ore spese con lo smartphone in mano, con Paesi che, però, raggiungono appunto vette più alte.
La buona notizia è che utilizzare il proprio telefono mobile non significa necessariamente fare attività ricreativa o stressarsi per questioni lavorative. Sono sempre più numerose le app che si prefiggono uno scopo di utilità collettiva. In particolare, ambientale.
Contro lo spreco di cibo
Una delle più note è certamente Too Good To Go, la prima app al mondo per salvare lo spreco alimentare. Nata nel 2015 in Danimarca, si è rapidamente diffusa oltre i confini europei e oggi vanta milioni di download. Il dato da cui parte Too Good To Go è che un terzo del cibo prodotto nel mondo viene buttato. Questo non ha delle ripercussioni esclusivamente morali e sociali, ma anche ambientali: come riporta Repubblica si stima addirittura che il 35% dei gas serra venga emanato proprio dalla filiera alimentare. Ecco allora che l’app danese avverte il consumatore quando un’attività gastronomica nei dintorni possiede dell’invenduto: questo verrà consegnato a un terzo del prezzo abituale. Risultato? Il cliente ottiene un pasto ad un prezzo estremamente modico, l’attività gastronomica recupera i costi e non avrà dunque perdite, il cibo non viene buttato. E a oggi, solo in Italia, sono stati ‘salvati’ più di cinque milioni di pasti. L’ambiente gioisce.
L’albero che cresce per non farci distrarre
Altra app particolarmente interessante nel panorama della sostenibilità è Forest, un prodotto del 2016 che ha rapidamente preso piede grazie alla sua capacità di unire l’utilità individuale all’utilità sociale. Viene infatti presentata come app motivazionale e ha come obiettivo quello di sviluppare la concentrazione a scapito delle distrazioni causate proprio dagli smartphone. L’utente decide per quanti minuti vuole restare concentrato e avvia l’app. Al momento dell’avvio, un piccolo alberello digitale comincerà a prendere vita: se l’utente toccherà il telefono per guardare i social o altro, il piccolo alberello digitale morirà. E nessuno vuole la morte di un albero, seppure virtuale. Soprattutto perché se l’utente riesce a restare concentrato per il tempo previsto, e l’alberello arriva dunque alla sua maturazione, il sistema rilascia delle monete. Digitali anch’esse, ovviamente. Ma quando si arriva ad aver accumulato 2500 monete è possibile acquistare un albero, questa volta vero, che verrà realmente piantato da Forest. Secondo il conteggio della stessa app sono quasi un milione e trecentomila gli alberi reali piantati: davvero una foresta.
Salviamo il mare dalla plastica
Per chi invece voglia darsi da fare con la pulizia di mare e spiagge è disponibile Clean Swell, parecchio diffusa soprattutto negli Stati Uniti e nel Sud-Est asiatico. Con Clean Swell è possibile registrare i dati della propria raccolta: non solo luogo, tempo impiegato e distanza percorsa, ma anche ogni singolo rifiuto recuperato. Per farlo è disponibile un’apposita schermata con i rifiuti che più abitualmente si trovano lungo le coste, dai palloncini alle sigarette alle mascherine, su cui l’utente dovrà semplicemente cliccare tante volte quanti sono gli oggetti reperiti. Inoltrando i dati si entra a far parte di una comunità mondiale di volontari a difesa del mare e si contribuisce ad un censimento dei rifiuti su scala globale. Due sono i fattori che hanno reso così popolare quest’app: la possibilità di condividere il proprio risultato sui social, invogliando dunque altri ad unirsi alla causa e l’opportunità di scoprire nuovi dati sulla salute del mare: ogni volta che una nuova raccolta viene inserita nel sistema, Clean Swell invia all’utente alcune informazioni sull’alimentazione delle creature marine, la salute del loro habitat, la pericolosità delle abitudini umane.
L’esempio di queste tre app, gratuite ed estremamente semplici da utilizzare, dimostra che se passare più di un quarto della propria giornata attaccati allo schermo dello smartphone possa non essere un’azione salutare, può comunque per lo meno diventare un modo attivo per portare avanti buone prassi e sviluppare uno stile di vita più sostenibile per il Pianeta.
(Nella foto di Mauro Ecca, il bosco incantato di Niala, Ussassai, Sardegna)