Che si voglia o no, il futuro dell’alimentazione sono gli insetti.
E lo dimostra non solo la normativa dell’Unione Europea che recepisce la possibilità di inserire gli insetti all’interno dell’alimentazione comunitaria, ma anche il lancio di patatine agli insetti in Italia, il primo nel Belpaese.
Si tratta del marchio Fucibo, e in particolare delle patatine gusto pizza e gusto formaggio. Identiche in tutto e per tutto a quelle tradizionali, se non fosse per il dettaglio che contengono al loro interno farina di larva. E, di conseguenza, un livello proteico molto alto.
Come era facile immaginare, il lancio delle patatine Fucibo ha suscitato scalpore, e tanti sono, anche sul web, coloro che muovono la propria crociata contro gli insetti in tavola. Ma Fucibo non si ferma ed è pronto a lanciare anche altri prodotti come pasta e crackers. Al momento i prodotti con farina di insetto si possono acquistare esclusivamente online, ma in breve tempo arriveranno anche tra gli scaffali dei supermercati. Un pacchetto da 25 grammi costa 2,50 euro. Tra gli ingredienti, oltre a farina di mais e farina di lenticchie, larve di Tenebrio molitor (larva gialla della farina) essiccate in polvere, e poi olio di girasole, aromi naturali, sale.
Da sempre presenti nella cucina orientale, gli insetti sono candidati ad essere una delle soluzioni al disastro ambientale, in un mondo dove le risorse non bastano più per tutti. Più si diffonde la consapevolezza ecologica, più è chiara la ragione: la carne di insetto è molto più sostenibile rispetto alle altre, da diversi punti di vista.
Il primo è quello del consumo dell’acqua: per produrre un chilo di carne bovina servono tra 11 mila e 15 mila litri d’acqua, a seconda della zona di produzione e della tecnica utilizzata. Per produrre un chilo di insetti servono circa 800 litri d’acqua.
Lo spazio è un altro parametro fondamentale: a parità di peso prodotto (es: un chilo di mucca contro un chilo di insetti), i bovini consumano dieci volte più spazio.
L’altra grande differenza è il mangime: con dieci chili di mangime si creano circa otto chili di insetto; con dieci chili di mangime si crea circa un chilo di bovino.
E, soprattutto, gli insetti emettono pochissimi gas serra. Tutto questo è secondario? Forse no, se si pensa che ogni bovino rilascia in ambiente circa due tonnellate di anidride carbonica all’anno, costituendo dunque una delle cause primarie dell’inquinamento ambientale.
Ecco dunque perché sono il cibo del futuro, anzi, in un mondo di otto miliardi di abitanti, del presente. E se ne può discutere quanto si vuole, si può fare una crociata sul valore della tradizione culinaria e sulle abitudini culturali: niente può ormai cambiare che gli insetti saranno molto presto tra gli scaffali dei market italiani.
Il futuro è già arrivato.