Quando persistere in uno sbaglio può essere l’inizio di tutto?
In “Notturno francese“, ultimo romanzo giallo di Fabio Stassi, Sellerio Editore, questo inizio è il preludio del quarto capitolo delle vicende del biblioterapeuta e detective di enigmi letterari Vince Corso che, a bordo di un treno preso in direzione errata, decide di ascoltare il consiglio del compagno di viaggio appena conosciuto e proseguire il tragitto opposto a quello preventivato.
Perciò nord anziché sud.
‘Potrebbe essere arrivato il momento di fare questo viaggio’ gli viene detto dal sosia di uno chansonnier anarchico che occupa il posto idealmente destinato a lui se a bordo del giusto treno.
Comincia così un viaggio per una destinazione da accettare come il divenire di un tragitto percorso mentalmente tante volte ma mai davvero delineato. Prima Genova, poi Marsiglia, alla ricerca di un padre tanto misterioso da far dubitare delle poche informazioni disponibili. E questo padre, destinatario (forse) inconsapevole di cinque anni di cartoline inoltrate senza un nome e in un luogo altrettanto incerto, diventa l’indagine più importante della vita del detective.
Vince Corso è quindi la quarta volta che compare in libreria, e stavolta con un intento ben preciso dell’autore: stare intorno alle cento pagine (160 considerando i camei finali – ndr); non un romanzo breve o un racconto lungo, ma un genere preciso che trae ispirazione dal genere letterario la nouvelle.
Alla presentazione del libro durante la giornata programmata a Cagliari del Festival letterario Éntula organizzato da Liberos tenutasi lo scorso 13 aprile a Cagliari a Palazzo Siotto, lo stesso Stassi, divertito ed emozionato per il riscontro del pubblico, parla di come tutto, se ben calibrato, possa stare in cento pagine, e di come questo sia, paradossalmente, “il libro più corto, ma anche il più largo”.
“Ricordi dal passato caduti nel libro, confronti tra passato e futuro”, spiega Stassi, che parla dell’errore come del vero protagonista di questo racconto.
Il destino era un orario ferroviario, e il passato sembrava assai più interessante del futuro.
Nell’incedere scorrevole delle pagine, ricche di aggettivi accuratamente scelti proprio nel rispetto di quell’iniziale proposito, un paesaggio geografico dietro al quale si delinea un paesaggio esistenziale.
Quest’ultimo capitolo si aggiunge ai precedenti ‘La lettrice scomparsa’ (2016), ‘Ogni coincidenza ha un’anima’ (2018) e ‘Uccido chi voglio’ (2020), come prosecuzione imprevista di quella che doveva essere una trilogia e che, solo dopo l’uscita del romanzo ‘Mastro Geppetto’, necessita di un nuovo epilogo.
Le citazioni musicali e letterarie arricchiscono il racconto già emozionante fatto in prima persona dal protagonista.
In questa strana città non ero venuto per cercare, ma solo per essere trovato.
Il destino e l’errore diventano personaggi effettivi del racconto, imprevedibili e avventurosi come il viaggio che hanno arricchito.