(Pubblicato il 3 settembre 2021)
Iris Apfel, cento anni appena compiuti, non è mai passata inosservata. Icona indiscussa della moda, rappresenta una di quelle rare metafore del senso stesso insito alla moda: creare arte, rappresentare l’arte, essere arte vivendola sulla propria pelle.
Una creatività selvaggia e senza regole la sua, che l’ha consacrata regina del massimalismo: accessori, colori, volumi sono tutti elementi di un raffinato gioco a incastro di cui è maestra. Ogni eccesso trova armonia nella sua figura eccentrica ma equilibrata. Le venne detto: “Non sei bella e non lo sarai mai, ma hai una dote ben più importante, lo stile”. E su questa certezza ha costruito una vita e una carriera impeccabili. Designer, decoratrice d’interni, modella e musa per fotografi e artisti, Iris ha tracciato una linea di separazione netta tra la noia e l’entusiasmo fin dalla più tenera età.
Nata il 29 agosto 1921 a New York, manifestò subito un irrefrenabile istinto per l’inusuale e accosta, mescola, studia, combinazioni di capi e accessori abbandonando l’immagine di sobria ragazza per tuffarsi nella stravaganza. La madre possedeva una boutique, il padre era un antiquario, così Iris crebbe circondata da attenzione per il bello e per i dettagli preziosi finendo per assorbirne i dettami e riversarli in una strabordante passione per la moda intelligente e unica.
“Non potrei mai giudicare un’altra persona – disse una volta – è meglio essere felici che vestiti bene”. Questo spiega tanto del suo carattere accogliente e mai sazio di novità. La Apfel non è solo un’autorità nel complicato mondo del fashion system ma è anche un’ispirazione vivente per chiunque voglia infrangere le regole, con stile s’intende.
La sua carriera inizia, subito dopo gli studi di storia all’Università di New York e all’Accademia d’Arte del Wisconsin-Madison, con la rivista “Women’s wear daily” e dopo il matrimonio con Carl Apfel nel 1948. Nel 1950 fonda insieme al marito la “Old Wild Weavers”, un’azienda tessile dalla quale si ritirerà solo nel 1992. Non solo moda per la sua instacabile mente creativa. La Apfel infatti lavorò anche come interior designer per pubblici e privati, addirittura per la Casa Bianca e sotto molti mandati: da Truman a Clinton, passando per Eisenhower, Kennedy, Johnson, Nixon, Ford, Carter, Reagan.
Alla tenera età di novantanni viene scritturata come modella da una delle più celebri agenzie di fashion al mondo: la IMG. Con loro realizza scatti memorabili che cementano in modo ancora più solido la sua immagine di donna forte e intelligente. Ha collaborato attivamente con molti stilisti, ha ideato singoli abiti e intere collezioni sovrapponendo il fascino della storia al gusto per la contemporaneità.
A lei il Met dedicò una mostra, tra il 2005 e il 2006, con un titolo azzeccato: “Rara Avis: Selections from the Iris Apfel Collection”. Un uccello raro, capace di incantare con look innovativi e irriverenti, assolutamente inadatto alla “gabbia” delle regole dell’estetica verso le quali è sempre stata critica e insofferente, ma piuttosto nata per volare libera ed esprimersi attraverso la magia che la moda può donare.
Nel 2014 il regista Albert Maysles ha intitolato “Iris” un documentario sulla sua straordinaria vita. Divertente e divertita in ogni evento pubblico, sui social il suo viso incorniciato da capelli candidi e i suoi grandi e tondi occhiali neri raccolgono più di un milione di followers con i quali interagisce sempre con grande piacere.
Alla rispettabile età dei cento anni Iris ha ancora molte cose da ascoltare e altrettante da raccontare, con l’arguzia di sempre.
Il suo motto? “More is More, & Less is Bore”. In un’epoca di ostentato e grigio minimalismo come potremmo darle torto?