di Giacomo Pisano
Il libro di Matteo Cavezzali, edito da Mondadori nel 2019, cerca di fare luce su un aspetto della storia recente ancora avvolto da mistero: gli attentati terroristici ad opera di gruppi anarchici nell’America degli anni ’20. Intorno a questo tragico fatto le verità personali vengono raccontate dall’autore in una piacevole forma romanzata, senza tralasciare i dati oggettivi e neanche le supposizioni e le congetture. Nodo centrale è l’ambigua figura di Mike Boda, al secolo Mario Buda, romagnolo emigrato negli Stati Uniti, come tanti italiani, in cerca di fortuna e divenuto da calzolaio creatore di bombe.
Ed ecco che la sua storia si intreccia con quella della società americana intrisa di pregiudizi verso gli immigrati. “Criminali, violenti, assassini, armati di coltello fin da tenera età, stupratori, mangiatori di spaghetti, puzzolenti di aglio, che vivono ammassati tutti nella stessa casa come animali, ubriaconi, inaffidabili, litigiosi, pigri”. Questa era l’immagine che incarnavano gli italiani negli USA, vi ricorda qualcosa? Ci dimentichiamo facilmente delle offese ma continuiamo a perpetrarle a danno del debole di turno. Esecuzioni sommarie come il processo farsa a Sacco e Vanzetti, le lotte in fabbrica, gli amori impossibili, raccontano vicende personali oltre che universali con uno stile quasi diaristico o da lettera e di piacevolissima lettura.