Il racconto per immagini del fotografo Marzio Toniolo, ospitato al centro comunale d’arte e cultura Exmà di Cagliari, ha scelto come data inaugurale il 9 marzo. Una data simbolica poiché è proprio il 9 marzo che l’allora premier Giuseppe Conte comunicò all’Italia intera la necessità di un lock down per contenere l’attacco del virus Covid19.
“San Fiorano (Lodi), 21 febbraio 2020. Alle sette di mattina un sms mi ha informato del primo caso di positività al Covid-19 presso l’ospedale di Codogno, a 2 km da casa mia. Il primo in Italia. Il primo in Europa. Il primo nel mondo occidentale. Nessuno avrebbe mai immaginato che quello sarebbe diventato l’epicentro di un evento in grado di cambiare ben presto le nostre vite e quelle dell’intero pianeta. A fine marzo ci saremmo trasferiti nella nuova casa e, nel mentre, eravamo ospiti dai miei nonni già da qualche mese. Quel giorno, invece, è cambiato tutto e ci siamo ritrovati all’interno della cosiddetta Zona Rossa: un territorio di dieci paesi blindati dalle forze dell’ordine”.
Questo è l’inizio di un racconto firmato da Marzio Toniolo, 36 anni, fotografo nato nella provincia di Piacenza, che non troppo tempo dopo tutta l’Italia ha dovuto leggere sulla sua pelle: ricerca di mascherine e igienizzanti, file interminabili per i generi alimentari, farmacie prese d’assalto, distanza, paura, solitudine.
Toniolo è stato il primo fotografo a documentare la pandemia, i suoi scatti sono stati pubblicati sulle principali testate di tutto il mondo raccontando l’evento storico ma anche gli aspetti intimi e personali e restituendo per intero quel senso di tragedia da cui tutti siamo stati pervasi. La scelta di fissare nel tempo non solo immagini di grande impatto emotivo, come la chiesa deserta, ma anche dettagli di vita quotidiana, testimonia la precisa volontà di leggere l’essere umano nella sua interezza e di dare dignità ad ogni voce.
Le didascalie infatti sono pagine di un diario che contiene nomi, luoghi, dubbi e speranze, resi più vivi dall’intelligente allestimento realizzato da Salvatore Campus per il Consorzio Camù, che ci costringe a muoverci in un ambiente dal grande impatto emotivo, perfettamente in linea con la caratura delle fotografie, rigorose ma empatiche.
“La mostra, in prima nazionale a Cagliari, segna un punto cruciale della contemporaneità e, come centro d’arte che si occupa di contemporaneo non potevamo non sposare la sua narrazione che viene direttamente dal cuore” così Simona Campus, direttrice artistica dell’Exmà.
Sono ventiquattro le fotografie, scelte tra oltre duecento, e sono state realizzare a Codogno e nei diversi paesi del lodigiano. Il nucleo espositivo principale è rappresentato dalle foto scattate durante i primi 18 giorni di Zona Rossa a partire da domenica 22 febbraio.
Subito dopo Cagliari la mostra sarà presentata proprio a Codogno, dove tutto è iniziato, e poi al Museo Nazionale della Fotografia a Brescia. Il reportage ha vinto nel 2020 il 47esimo Premio Flaiano di Cinema Teatro Televisione, nella speciale categoria per il Giornalismo.
“Quanto accaduto – scrive Toniolo nella presentazione della mostra – mi ha permesso di confrontarmi con le dinamiche alienanti, sospese e provanti dell’isolamento e della sofferenza e, per contrasto, con la naturale ricerca della vita; è il compendio in cui ho potuto sperimentare una condizione unica anche per la documentazione fotografica, diventando il testimone e corrispondente dalla prima zona rossa italiana”.
La mostra, aperta al pubblico fino al 2 aprile, sarà visitabile con orario continuato dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18.
Marzio Toniolo è nato nel 1984 a Ponte dell’Olio. Ha vissuto otto anni in provincia di Lodi e si è trasferito a Dolianova, in Sardegna. Nel 2015 torna in Lombardia. Laureato in Scienze della Formazione Primaria, è docente di scuola primaria e fotografo freelance per l’agenzia Reuters. Autodidatta, la sua passione per la fotografia nasce in tempi relativamente recenti, spinta dall’esigenza di caratterizzare la vita e i soggetti di una casa di riposo per anziani. L’elemento umano è al centro della sua ricerca e produzione fotografica, con una chiave di lettura narrativa più che antropologica. Ama scattare durante i viaggi: dall’Iran agli Usa passando per i paesi dell’area balcanica e a quelli dell’ex Unione Sovietica. Le sue foto sono state pubblicate su giornali, riviste o magazine internazionali tra cui CNN, Le Monde, Der Spiegel, NZZ, Liberation, La Repubblica, Zeit, VG, Voice of America, Lensculture, Eye Photo Magazine, Artribune, Pellicola Mag, Huck Magazine e The Mammoth’s Reflex.