La Sardegna non è certo l’unica regione a vantare un infinito sottobosco di creature fantastiche ma è senz’altro tra le più restie ad abbandonarle all’oblio. “Creature”, l’antologia illustrata curata da Roberta Vanali appena uscita per La Zattera, è una prova di questo attaccamento a una parte irrinunciabile della nostra identità.
Ventotto tra i più affermati e interessanti nomi dell’illustrazione isolana si sono confrontati su questa eredità così longeva e affascinante, misurandosi con essa e interpretandone i protagonisti ognuno col proprio stile. Acquerello, acrilico, inchiostri, matite, tempera, grafica tradizionale e digitale sono i media comunicativi scelti da Andrea Asili, Giorgia Atzeni, Gildo Atzori, Andrea Casciu, Paola Cassano, Veronica Chessa, Daniela Demurtas, Enea, Matteo Freom, Eleonora Gambula, Davide Gratziu, La Fille Bertha, Agnese Leone, Ilenia Loddo, Gianluca Marras, Alessio Massidda, Maria Francesca Melis, Mario Onnis, Federico Orrù, Sara Pilloni, Carol Rollo, Francesca Savona, Kiki Skipi, Daniele Serra, Monica Serra, Giulia Sollai, Daniela Spoto, Marco Tanca.

Una raccolta che ha il duplice pregio di rinvigorire e diffondere a un nuovo pubblico quel campionario di mostri, streghe, folletti che abitano da sempre la memoria della Sardegna e, allo stesso tempo, offrire una valida panoramica della qualità dell’illustrazione locale. La straordinaria varietà del panorama esoterico sardo trae ispirazione dalla natura, dai luoghi monumentali antichi, dalle acque e l’essere umano, bisognoso di simboli e di un pantheon di creature divine e della controparte demoniaca per potersi districare nella vita, ha creato figure impalpabili, notturne, dai poteri salvifici o malefici, alleate o temibili, da invocare o dalle quali guardarsi.

Le leggende, quelle che in Sardegna si chiamano contos de foghile, cioè racconti del focolare, costituiscono un corpus utile non solo alla vita dei miti stessi ma anche alla socializzazione, alla stregua dei mestieri tradizionali come la tessitura e la panificazione fortemente basati sulla condivisione. Mondi prevalentemente femminili, sia quello dei mestieri che più hanno contribuito alla sopravvivenza di creature leggendarie nell’immaginario comune, sia nella dimensione onirica e fantastica tra streghe, vampire, fate e guaritrici. La loro presenza, fortemente sentita nelle comunità e tramandata nel tempo fino ai nostri giorni, è costante, oggetto di rituali propiziatori e apotropaici e di un rapporto privilegiato tra l’essere umano e la divinità, sia essa benevola o minacciosa.
Aspetti legati ai vivi e ciò che devono adorare o temere, ma anche celebrazioni grandi e piccole per i morti, per il mantenimento di un equilibrio necessario affinché l’esistenza continui sono un filo narrativo ricorrente nel percorso selezionato dalla curatrice. Demoni del sonno come s’Ammutadori, le Cogas, le Janas, sa Musca Macedda, sono solo alcune delle creature ospitate nella nostra terra e in questo volume. Ogni artista ha scelto di rappresentarne una per ragioni personali o artistiche.
Quel che è certo è che se l’uomo ha saputo partorire storie che attingono dai fatti di cronaca come dalla fantasia in tempi remoti, oggi, invasi da immagini di ogni tipo, effetti speciali cinematografici e trame dell’orrore sempre più complesse e cervellotiche, abbiamo il dovere di conservare memoria del nostro passato, ma anche di ritrovare il brivido per quella paura primigenia insita in noi verso l’ignoto, verso una natura che può rivelarsi matrigna e per i suoi figli e figlie dotati di artigli pronti a ghermirci.
Immagine in evidenza: Ilenia Loddo, su Buginu
Se questo articolo ti è piaciuto ti invitiamo a condividerlo e, se puoi, a sostenerci con una donazione a questo linki