C’è un luogo dove, secondo certa opinione pubblica, è giusto relegare “i mostri”: questo posto è il carcere. Eppure il carcere è la fotografia dell’ingiustizia sociale. In gran parte ci stanno i nuovi poveri, i figli delle mancanze della nostra epoca.
Tre anni fa Matteo Morittu, Gianluca Calabria e Flavio Crinelli della società di comunicazione Numidio hanno deciso di avviare la produzione di un film documentario su questo tema, in particolare raccontando la storia di Made in Jail.
Made in Jail è la storica associazione, fondata in carcere da Silvio Palermo, che da 35 anni aiuta le persone detenute ed ex detenute a reinserirsi nel tessuto sociale, culturale e lavorativo tramite i suoi corsi di serigrafia in carcere. Poter acquisire delle competenze professionali, creare prodotti come t-shirts e felpe che stimolano la creatività e diffonderle è un passo importante per cominciar e a pensarsi parte della società e non più solo ai margini.

“Il film è stato realizzato tra mille sacrifici – ci ha detto Matteo Morittu, regista e produttore dell’opera – con un lungo lavoro di ben tre anni, senza chiedere un euro di contributi pubblici o privati. Assieme ai colleghi ci siamo impegnati ed abbiamo rischiato in prima persona perché crediamo che sia doveroso avviare una campagna di comunicazione profonda sul carcere.”
Attribuire al carcere solo la funzione di allontanare chi sbaglia dagli altri non può essere sufficiente per una società che si definisce civile. È necessario quindi incrementare le attività di formazione in modo che l’esperienza carceraria non sia esclusivamente punitiva ma possa fornire valide alternative per un futuro da persone libere.
Il film ha già l’attenzione di importanti istituzioni e necessita ora di passare alla fase successiva: la diffusione. Per fare questo oggi gli autori chiedono il sostegno del pubblico, un aiuto che sarà prezioso e determinante. Per sostenere questo progetto, infatti, basta acquistare uno dei tre pacchetti per vedere il film e i vari contenti extra sul sito web dedicato.
“Siamo fiduciosi – continua Matteo Morittu – di consegnare il film al pubblico che vorrà diffonderne l’acquisto e la visione perché, al contrario di quello che spesso si pensa, siamo certi che il pubblico che apprezza opere emozionanti e di qualità sia vivo più che mai”.