“Sono nata, sono cresciuta e ho dipinto tutto il tempo“, amava raccontare di sé Liliana Cano, pittrice nata a Gorizia nel 1924 da genitori sardi, che negli oltre settant’anni di carriera ha intrecciato vita e arte in un insieme vibrante di passione come le sue opere raffiguranti paesaggi, ritratti di donne, bambini, pastori e cavalli, in un’esplosione di colori e segni.
A cento anni dalla sua nascita è stato istituito l‘Archivio Liliana Cano, ente culturale dinamico creato con l’intento di mantenere viva e promuovere l’eredità artistica di uno dei nomi più originali della pittura italiana della seconda metà del Novecento.
L’Archivio presieduto dal figlio Igino Panzino, noto artista, e diretto dallo storico dell’arte Davide Mariani, raccoglie e cataloga documenti e materiale legati alla vasta produzione della pittrice scomparsa nel 2021 a Sassari all’età di 96 anni. “Assumere la direzione artistica dell’Archivio è per me un grande onore. Il lavoro di Liliana Cano è stato ed è ancora oggi fonte di ispirazione per molti artisti e non solo. Mi impegnerò a rendere il suo patrimonio artistico accessibile a un pubblico sempre più ampio, promuovendo iniziative che ne valorizzino la straordinaria eredità” ha dichiarato Mariani, curatore e docente di Storia dell’arte contemporanea e Museologia all’Accademia di Belle Arti di Sassari, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria e l’influenza dell’artista. Gli altri tre figli della pittrice, Carlo, Antonella e Chiara Panzino fanno parte del consiglio di amministrazione.
“Io sono sempre in movimento, non sono mai statica. È un fatto istintivo il mio”
La vita di Liliana Cano è stata caratterizzata da una costante curiosità e dall’evoluzione artistica che ha accompagnato i suoi molteplici viaggi e spostamenti, da Gorizia alla Sardegna, a Barcellona e in diversi centri della Provenza, per poi rientrare definitivamente in Sardegna nel 1996. Formatasi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, la pittrice ha maturato il suo stile attraverso un confronto costante con gli ambienti artistici locali e internazionali, consentendole di esporre in gallerie e musei di tutta Europa, dal Grand Palais di Parigi al World Trade Center di Amsterdam passando per l’Ermitage di San Pietroburgo.
Un lavoro di ricerca, quello della pittrice sarda, che spazia dall’individuo al creato, come frutto del rapporto con il divino che permea molte delle sue opere, ispirate a soggetti narrativi della letteratura e della religione ma anche alle tradizioni popolari della Sardegna e della Provenza. L’uso dei colori primari, rossi ardenti, gialli sfavillanti e blu profondi, riempie di tensione vibrante il percorso di apertura verso il mondo circostante, diventando il suo tratto caratteristico in particolare nella produzione degli ultimi anni.
Una presenza digitale per ampliare l’accessibilità
Il patrimonio artistico della pittrice verrà valorizzato e condiviso anche grazie alla tecnologia, attraverso il sito www.lilianacano.com, nel quale esplorare il suo percorso attraverso le opere proposte in immagini ad alta risoluzione, foto d’epoca, video e un calendario di eventi e mostre a lei dedicati. A disposizione anche le pagine ufficiali sui principali social media, che mirano a coinvolgere in modo interattivo un pubblico sempre più vasto e diversificato.
L’intento è quello di aprirsi più possibile all’esterno perchè, come afferma il figlio Igino: “Mia madre credeva di non avere alcun merito per il suo talento artistico, considerandolo piuttosto come un dono divino. Per questo motivo, riteneva di doverlo condividere con la collettività attraverso temi accessibili al grande pubblico. Da tempo noi figli avevamo in mente l’idea di creare un archivio che potesse diffondere la sua opera e, allo stesso tempo, diventare uno strumento prezioso per la promozione dell’arte in generale”.
Ecco perchè nasceranno anche collaborazioni con musei, università, accademie e istituzioni culturali. Il consiglio di amministrazione dell’Archivio ha già in programma una serie di iniziative per celebrare il centenario dalla nascita dell’artista.
Il logo dell’Archivio
Il logo dell’Archivio è opera di Luisa Gulli, architetto e graphic designer, e richiama in modo immediato il lavoro e la visione della pittrice. La grande “C”, iniziale del suo cognome, incornicia una figura femminile a cavallo come emblema di forza e libertà, concetti chiave nella pittura figurativa di Liliana Cano. “Questo logo non solo rappresenta l’artista e la sua produzione, ma trasmette anche un senso di protezione, memoria e ispirazione.”La sua forma avvolgente simboleggia l’abbraccio dell’arte e della creatività di Liliana Cano. Allo stesso tempo, vuole trasmettere un messaggio di protezione rispetto al suo straordinario patrimonio artistico”, si legge sulle pagine del sito.