di Giacomo Pisano
Il libro edito dalla casa editrice nuorese Il Maestrale è uno di quei rari casi di folle genialità in cui ci si imbatte casualmente nella vita di un lettore.
Savina Dolores Massa, più che scrivere una storia, ha realizzato un’opera poetica che di romanzo ha l’architettura ma la cui trama si muove per immagini, come una poesia o un film. Sembra di sfogliare un album infatti mentre scorrono le righe di questa bella storia piena di angoli scuri, sprazzi di luce, oggetti ricorrenti, silenzi e dialoghi al limite della violenza. Immagini appunto di un’umanità che si perde per tentare di ritrovarsi e per poi perdersi ancora. Una nave, la Casta Diva, fa da rifugio e prigione ai marinai che la animano. Sono tutti personaggi da romanzo, ognuno di loro meriterebbe un libro a sé perché carattere e vicende personali sono costruite con grande sapienza e finezza psicologica dall’autrice. Ma è l’approdo a terra, nei porti pieni di illusioni, lusinghe, promesse e lutti che si consumano le ansie e le speranze del protagonista del romanzo. Un libro che si divora, che si fa amare coi suoi spigoli e i suoi contrasti. Su tutto emerge l’amore tra una madre e suo figlio, un amore indissolubile dai contorni dolorosi e dagli esiti misteriosi.