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Le atmosfere claustrofobiche di “Servant”

Di Manuel Usai
11/09/2020
in Cinema, manuhell
Tempo di lettura: 2 minuti

Durante una delle mie solite battute di caccia nel dark web, mi sono imbattuto nella nuova serie televisiva distribuita da Apple TV, Servant. Appena ho letto che fra i produttori spuntava il nome di M. Night Shyamalan mi son precipitato a guardare il trailer e subito mi ha conquistato.

Da questo punto in poi, accendo il segnale SPOILER e vi do un consiglio: per chi non l’avesse ancora vista, evitate di guardare anche solo il trailer.

La serie, molto apprezzata sia dalla critica che dal pubblico, è ambientata a Filadelfia, in un quartiere centrale ed elegante. La storia ruota attorno a 4 personaggi principali: Sean e Dorothy Turner, giovane coppia che affronta la perdita di un figlio di appena 13 settimane. Julian Pierce, fratello di Dorothy, e Leanne, appena assunta come tata. Eh già, non avete letto male. Che ci fa una tata se il bambino è morto? La prima puntata affronta l’argomento delicato e toccante come la perdita di un neonato, con l’introduzione della figura: bambola reborn. Tradotto letteralmente dall’inglese, bambola rinata, è la fedele riproduzione di un vero neonato in tutto e per tutto e viene utilizzata solitamente per superare lo shock della perdita improvvisa di un figlio. Qualcuno potrebbe pensare al film The Boy ma vi assicuro che non ha nulla a che vedere.  Tornando alla trama, Dorothy non riesce a superare lo shock della perdita e il marito, d’accordo con la psicoterapeuta, decide di utilizzare questo palliativo per aiutare la moglie. Apparentemente funziona fin troppo bene, vista la decisione della madre di assumere una tata.

Il regista, ipnotizza lo spettatore e lo convince, prima a dubitare della sanità mentale della protagonista, poi gli insinua il dubbio e rovescia completamente le poche certezze maturate. Infine, con lo scorrere della trama, lo riporta al punto di partenza, all’inizio della storia. La trama scorre fluida e costante. La regia è pervasa di situazioni di tensione, di atmosfere claustrofobiche che tengono lo spettatore incollato alla sedia, quasi pronto a saltare. Non mancano i flashback che aggiungono i tasselli mancanti alla storia.

Ho trovato particolarmente credibile l’interpretazione. Gli attori, non alle prime armi, riescono a convincere dalla prima puntata.

Tra le curiosità, l’enorme casa, scenario di quasi tutta la prima stagione, è stata ricostruita all’interno di una vecchia fabbrica di vernici in Pennsylvania. Il produttore M. Night Shyamalan, compare nelle vesti di un fattorino. 

Per gli amanti del genere, sappiate che è in lavorazione la seconda stagione.

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