È ampiamente noto il ruolo delle api, che grazie al loro svolazzare di fiore in fiore permettono l’impollinazione dei fiori. Tanto che, se si estinguessero, l’umanità avrebbe davanti quattro anni di vita. Le api sono infatti il maggiore insetto impollinatore. Ma non sono l’unico. Oltre agli imenotteri, di cui le api fanno appunto parte insieme a bombi, vespe e formiche, troviamo i coleotteri, i lepidotteri, i ditteri e ancora tanti altri, per un totale di circa 100.000 specie differenti.
Un numero che pare enorme, eppure in grande declino: addirittura un terzo delle specie di api e farfalle è ritenuto in pericolo, come sottolinea anche un articolo sul sito del Parlamento europeo.
Le cause e le soluzioni
Come mette in luce Life Pollin Action, l’importante progetto messo in piedi dall’Università Ca’ Foscari di Venezia il cui fine è quello di mitigare la crisi dell’impollinazione, le cause che stanno portando alla scomparsa degli insetti impollinatori sono numerose: uso di pesticidi, riduzione dell’habitat, colture intensive, cambiamenti climatici, invasione di specie aliene, parassiti e malattie.
Ma c’è qualcosa che il singolo può fare per aiutare gli insetti impollinatori? Sicuramente più di qualcosa, a partire dall’evitare prodotti provenienti da monoculture intensive e dalla predilezione per il biologico.
Ma c’è anche altro: chiunque può infatti costruire un bug hotel.
Cosa è un bug hotel? Come suggerisce la parola stessa, si tratta di un riparo per gli insetti. Particolarmente diffusi in Nord Europa, questi piccoli edifici stanno cominciando a prendere piede anche in Italia. L’idea alla base è semplicissima: fornire agli insetti un luogo in cui ripararsi durante l’inverno o allevare la propria progenie nei mesi successivi.
Ci sono decine di tipologie di bug hotels, che vanno dai più semplici, formati da un unico tronco di legno forato, a veri e propri edifici a più piani, e sono acquistabili sul mercato (i prezzi variano da pochi euro a varie decine) o confezionabili in maniera artigianale.
Bug Hotel, instruzioni per l’uso
Le prime cose da tenere in conto, qualunque tipo di giaciglio si voglia progettare, è che deve avere alcune caratteristiche imprescindibili: deve avere una copertura che lo ripari dalla pioggia, deve essere esposto al sole e deve risultare protetto dai venti. L’altezza in cui appenderlo dovrebbe essere circa ad un metro e mezzo da terra, e bisogna prestare attenzione, nel caso se ne voglia posizionare più di uno, di tenere almeno cinque metri di distanza tra uno e l’altro, in modo da evitare il propagarsi di eventuali parassitosi. Inoltre, nel momento in cui si proceda a forare il materiale, bisogna stare attenti a creare buchi abbastanza profondi, in generale tra i 12 e i 20 centimetri, che siano ben levigati al proprio interno, in modo da non rischiare di ferire gli animali al proprio interno.
È possibile utilizzare materiali artificiali di riciclo, come barattoli di latta e cannucce; ma, per ovvi motivi di smaltimento nell’ambiente, la cosa migliore è certamente quella di utilizzare prodotti naturali. Quali? Tronchi, canne, bambù, graminacee, pigne, sassi.
Ogni insetto ha infatti caratteristiche differenti e a seconda di quello che si vuole ospitare è possibile optare per una struttura o per l’altra. Su internet sono rintracciabili numerosissimi prototipi, come quelli suggeriti da Campagna Amica.
Una serie di canne, legate una attaccata all’altra e riparate con un tettuccio, fornirà un’ottima collocazione per le api solitarie. Mentre dei mattoni forati saranno pronti ad ospitare le vespe, e dei cassettini di legno aperti tramite delle feritoie consentiranno alle farfalle di collocarsi al loro interno senza ferirsi le ali.
Un’idea per creare un piccolo edificio, facile, economicissimo e veloce, che possa ospitare diversi tipi di insetti impollinatori, è quella di partire da una cassetta in legno di quelle per i vini. Basteranno sega, martello e chiodi per costituire dei divisori con del compensato o con piccole listarelle di legno. A questo punto si deve procedere con il riempimento dei differenti scomparti. Con un trapano, utilizzando più punte, si potranno creare vani di diverse dimensioni: dei tronchi così lavorati potranno dunque occupare un primo spazio. Pezzetti di terracotta e sassolini possono rappresentare il riempimento del secondo scomparto. Ancora, canne e legnetti, posizionati in modo da riempire completamente tutto il vuoto a disposizione e non rischiare dunque di scivolare via, saranno perfetti per uno scomparto intermedio. Pigne, gusci di noci, conchiglie vuote di lumache e altri materiali leggeri si presteranno a costituire l’ultimo piano dell’edificio.
Un’attività, quella di costruire i bug hotels, che non esige particolari abilità e non ruba troppo tempo, ma permette di riconciliarsi con la natura e di fornire un piccolo contributo alla lotta per la sopravvivenza degli insetti impollinatori. Che, in fin dei conti, è la sopravvivenza del mondo.