Vi sono situazioni geopolitiche e sociali ricostruite attraverso il rimbalzare di notizie, che danno al lettore una pallida consapevolezza di ciò che davvero accade dall’altra parte del suo mondo. È il caso anche delle vicende dei Paesi della Mezzaluna Fertile – Egitto, Israele, Palestina, Giordania, Libano, Siria, Turchia, Iraq, Kuwait, Iran e Arabia Saudita – tanto d’interesse per l’Occidente, quanto di difficile lettura. Ascoltare la voce diretta dei giornalisti inviati sul posto fa la differenza. Uno di questi è Luciana Borsatti, che ha lavorato dal 1990 al 2018 all’Ansa ed è stata di stanza a Il Cairo e a Teheran.

La giornalista udinese (oggi la si può leggere, ad esempio, su Valigia Blu e Huffinghton Post) ha presentato a Cagliari al festival letterario Mondo Eco de Il crogiuolo diretto da Rita Atzeni il suo ultimo libro: Iran. Il tempo delle donne (Castelvecchi), un volume, con prefazione di Lucia Goracci e postfazione di Farian Sabahi, che arriva dopo Iran al tempo di Trump (2018) e Iran al tempo di Biden e che testimonia come il presente e il futuro di quel paese sia trainato dalla sua componente femminile. “Un lavoro sul campo, con decine di interviste, ma anche di approfondimento storico e di prospettive per il futuro”, ha sottolineato la storica del mondo musulmano Patrizia Manduchi, che ha moderato l’incontro.
Donne Vita Libertà
La presentazione è avvenuta all’indomani della liberazione dalla prigione di Evin, a Teheran, per 21 giorni e per motivi medici, dell’attivista iraniana Narges Mohammadi. Appena uscita dal carcere, il premio Nobel per la Pace nel 2023 ha scandito lo slogan “Donna Vita Libertà”. Dal settembre 2022 quello slogan ha caratterizzato la protesta contro l’attuale regime in Iran, dopo la morte della Jina Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per un velo male indossato.
Sul periodo che fotografa nel suo saggio, Luciana Borsatti chiarisce che “il movimento innescato nel 2022 è altro delle precedenti proteste che avevano un intento riformista: più diritti, partendo dal libero pensiero con le proteste studentesche, ma sempre nel quadro della Repubblica nata nel 1979”. Il movimento attivo oggi, partito dalla rivolta contro l’obbligo di portare il velo, vuole rovesciare la Repubblica Islamica, “un dissenso perché la repubblica non è più riformabile. Al suo interno ci sono di istanze di libertà da parte dei giovani e di politici, istanze ambientali, di giustizia sociale in un desiderio di cambiamento senza ritorno, che le donne iraniane praticano tutti i giorni”.

La diaspora iraniana
Borsatti ha parlato anche della diaspora iraniana, che ha portato alla formazione di una lobby a favore della linea dura di Trump contro l’Iran e pro Israele, che condiziona la stampa internazionale anglosassone. “Non sopporto i colleghi che parlano ancora del Paese degli Ayatollah”, ha chiosato, riferendosi a una classe politica e religiosa ormai in declino, sottolineando come, invece, i Pasdaran sono i nuovi padroni del Paese, i Pasdaran che con le sanzioni economiche fanno affari e oggi detengono più del 60% dell’economia iraniana.
Il giornalismo sul campo
Alla domanda sul come veniva percepito il suo lavoro a Teheran, Luciana Borsatti ha risposto: “L’Ansa è nota anche in Iran per essere equilibrata. Si può raccontare tutto. Si deve valutare volta per volta come dare la notizia, ma la cosa importante è essere lì”.
Le battute finali del festival Mondo Eco
Il festival Mondo Eco, che da quest’anno si avvale di un comitato scientifico, con l’apporto di Duilio Caocci, docente di Letteratura italiana all’Università di Cagliari, e di Cristina Batteta, libraia ed esperta in materia letteraria, prosegue venerdì 13 dicembre a Villanovaforru con Angelo Mazza. Lo scrittore nuorese, impegnato principalmente nella formazione professionale e di recupero di adolescenti a rischio di dispersione scolastica, presenta Jump (Il Maestrale), con Laura Medda. Sabato 14 il festival approda a Calasetta, dove giungerà Virginia Della Sala, giornalista che scrive di ambiente, digitale e cronaca per il Fatto Quotidiano, dopo avere collaborato con Repubblica.it e con l’Huffington Post (ha vinto nel 2015 il premio giornalistico Miriam Mafai e nel 2019 il premio di scrittura Indro Montanelli nella sezione Giovani). Nel paese tabarchino dialogherà con Carola Farci per parlare di cambiamenti climatici attraverso il suo Migrare in casa, con prefazione di Marco Travaglio (ed. Ambiente).
Nell’immagine di copertina un momento dell’incontro con Luciana Borsatti a Cagliari a Casa Saddi. Da sinistra a destra Luciana Ledda, Patrizia Manduchi, Duilio Caocci