È il 15 marzo del 1972 quando a New York, in anteprima mondiale, viene proiettata una pellicola destinata a diventare culto, “Il Padrino”. Eagle Pictures in occasione dei cinquant’anni dalla nascita del capolavoro senza tempo tratto dall’omonimo romanzo di Mario Puzo del ’69, proporrà una versione completamente restaurata tra il 28 febbraio e il 2 marzo.

Il regista Francis Ford Coppola non festeggia un semplice compleanno ma una celebrazione che ribadisce la portata rivoluzionaria e culturale del film. Nei tre anni passati tra l’idea e l’uscita del “Padrino” diverse circostanze hanno reso difficile, e allo stesso tempo ambizioso, il progetto. In molti ne sconsigliarono la realizzazione per l’argomento trattato. Ad una attenta visione però la storia della famiglia Corleone si snoda secondo una serie di drammi e morali che solo apparentemente esaltano il mito della malavita. Era notevole anche il rischio economico, sia Coppola che la Paramount attraversavano un momento di crisi economica, ma gli incassi al botteghino, stimati tra i duecentocinquanta e duecentottanta milioni di dollari, risollevarono regista e casa di produzione. Tante le celebrità che sfiorarono la partecipazione: un giovane Sylvester Stallone ancora sconosciuto, il regista Sergio Leone che rifiutò di dirigere la pellicola per l’argomento spinoso, un già noto Orson Welles scartato al provino per la parte di Don Vito, contribuiscono ad alimentare il culto di una pellicola che non è semplicemente un film..
Il restauro, durato tre anni, ha permesso, grazie a tecnologie moderne, di rimuovere ombre e macchie del tempo, ripristinare il colore originale e migliorare il suono.

Riconoscimenti

Oltre a tre premi Oscar (Miglior Film, Miglior Attore Protagonista a Marlon Brando e Miglior sceneggiatura non originale) a fronte di dieci nomination, cinque Golden Globe e un Bafta, due David di Donatello, e un Grammy Award, il film si è aggiudicato il secondo posto nella classifica dei cento migliori film statunitensi stilata da American Film Institute, e il primo posto rispetto a cinquecento pellicole come film più bello di tutti i tempi, secondo la rivista Empire.
Probabilmente le innumerevoli citazioni cult anche da parte di chi magari non ha mai nemmeno visto il film sono da annoverarsi come un riconoscimento.
Grande film, grandi polemiche
Sono davvero tante le polemiche legate al film culto. È noto che Marlon Brando si rifiutò di presenziare alla cerimonia degli Oscar per lasciare il suo posto a una nativa americana in solidarietà agli Indiani d’America vittime di discriminazione; meno nobile la protesta di Al Pacino, anch’egli disertore della cerimonia, che ritenne la categoria della sua candidatura errata (Miglior attore non protagonista) visti i tempi di presenza in scena rispetto a Brando. La pellicola fu spesso accusata di anti-italianità; più fortunato del precedente tentativo ‘La Fratellanza’ di Martin Ritt, ‘The Godfather’ è spesso considerato il capostipite di un filone ad argomento Mafia italo-americana.

Curiosità
Accanto alla famiglia Corleone c’è un’altra saga familiare, quella dei Coppola. Più di un “Coppola” infatti ha preso parte alle riprese. Oltre ai brevi cameo della madre Italia e del padre Carmine anche i figli Giancarlo e Roman compaiono nel film, così come la sorella Talia e la piccola Sofia, anche lei futura regista.
I nonni di Al Pacino sono emigrati negli Stati Uniti da Corleone, esattamente come Don Vito Corleone.
Per l’inconfondibile tono di voce utilizzato da Don Vito Corleone Marlon Brando si ispirò alla voce del vero mafioso Frank Costello, sulla base delle udienze trasmesse in televisione.

Al di là delle caratteristiche del film e delle ambientazioni magistralmente ricostruite in un’America dell’immediato dopoguerra, ‘Il Padrino’ è proprio una storia di famiglia. Una famiglia che cerca a suo modo il riscatto rispetto alle discriminazioni subite in quanto immigrati e che presenta, insieme alla sua straordinarietà, banali problematiche dalle quali nessuno è indenne.
Insieme ai drammi legati a passioni, amori e tradimenti, è costantemente presente la religione con il suo simbolismo, un’opinabile interpretazione del concetto di legalità e di onore. Un film complesso, un ritratto epocale che a ogni nuova visione potrà regalare percorsi di riflessione diversi.