La primavera in Sardegna è di nuovo all’insegna di Monumenti Aperti. Il via della manifestazione, alla sua ventiseiesima edizione, è sabato 23 aprile da Iglesias e Tissi. Fino al 5 giugno, in più tappe da nord a sud dell’Isola, saranno visitabili 500 monumenti, affidati alla gestione e al racconto di oltre 15 mila guide, tra studenti, in netta prevalenza, e volontari: siti archeologici, chiese, castelli, parchi naturalistici e altri luoghi di interesse storico. “Il nostro bello”, come recita lo slogan scelto per Monumenti Aperti 2022, ma anche “i valori di un comunità nel tempo”, come spiegato dall’archeologo Mattia Sanna Montanelli, alla presentazione alla stampa dell’iniziativa realizzata dall’associazione Imago Mundi.
“Dopo la versione completamente in digitale del 2020 e quella mista del 2021, finalmente l’edizione 2022 vedrà il ritorno di volontari e pubblico nei monumenti, nelle strade e nelle piazze di 38 Comuni della Sardegna – sottolinea Massimiliano Messina, presidente dell’associazione Imago Mundi – Nell’autunno spazio al programma nazionale. Per la prima volta, la manifestazione si terrà sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo”.
E la manifestazione si riprende il suo consueto spazio nella stagione dei fiori. “Con la ventiseiesima edizione – continua Messina – ripartiamo dall’alveo temporale tradizionale, la primavera, per marcare il desiderio di far tornare Monumenti Aperti a essere quella festa di comunità, appunto, quel rito collettivo, che è sempre stato”.
IL PROGRAMMA – Dopo la partenza da Iglesias, sabato 23 e domenica 24 aprile e da Tissi, solo la domenica 24, Monumenti Aperti si trasferisce a Carbonia e Padria il 7 ed 8 maggio. A seguire le tappe di Dorgali, Monserrato, Oristano, Ovodda, Pula, Serramanna e Villanovafranca (14 e 15 maggio), Cagliari, Genoni, Ploaghe, Porto Torres, Sassari, Siddi e Villanovaforru (21 e 22 maggio) e Ittiri il 24 maggio. E ancora, il 28 e 29 maggio spetta a Cossoine, Cuglieri, Genuri, Monastir, Pabillonis, Quartu Sant’Elena, Sanluri, Selargius e Tuili accogliere i visitatori. La manifestazione regionale si conclude il 4 e 5 giugno ad Assemini, Elmas, Gavoi, Guspini, Muravera, Neoneli, Ossi, Sardara, Uta e Villaputzu.
TRA IL LUOGHI VISITABILI, un vasto repertorio di evidenze prenuragiche e nuragiche di tanti centri sardi, come Villanovaforru, con il Parco Archeologico Genna Maria, Quartu Sant’Elena, con il nuraghe Diana, e Padria, con il Nuraghe Longu. Aperti alle visite anche siti fenicio punici, come nel caso di Monte Sirai a Carbonia, di epoca romana a Porto Torres e a Cagliari. Non mancano i monumenti più rappresentativi del periodo medioevale: dal castello di Sanluri alle mura di Iglesias, fino alla chiesa di San Giovanni ad Assemini. Tra i gioielli architettonici di assoluto valore spiccano la chiesa romanica di San Giuliano a Selargius e la chiesa di Santa Giulia di Padria, splendido esempio di edificio in stile gotico-aragonese ascrivibile all’età moderna. Diverse le proposte sul passato contemporaneo della Sardegna. Fra tutte, si segnala il rientro della Grande Miniera di Serbariu a Carbonia. Infine, tante le aree naturalistiche comprese in Monumenti Aperti l’Orto Botanico dell’Università di Cagliari e l’itinerario del Parco di Molentargius e Saline, in partenza da Quartu.
MONUMENTI APERTI FONDAZIONE DI COMUNITÀ – “In questi anni non ci siamo mai fermati – conclude Massimiliano Messina – Ora ci attende una nuova sfida: dar vita ad una Fondazione di Comunità, per far crescere il progetto e attrarre maggiori risorse economiche. Al Comitato per la nascita della Fondazione di Comunità di Patrimonio Monumenti Aperti hanno già aderito diversi enti locali”.
Nel sito ufficiale della manifestazione www.monumentiaperti.com si trovano programma e tutte le informazioni sempre aggiornate. A disposizione dei visitatori Heart of Sardinia, app gratuita per iOS e Android. Heart of Sardinia si occuperà anche di raccogliere dati anonimizzati e aggregati sulle abitudini dei visitatori per misurare i risultati della manifestazione.
Nell’immagine in evidenza la Chiesa Balai Vicino, a Porto Torres