Il 21 marzo si celebra in tutto il mondo la Giornata per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, voluta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1966.
La data scelta ha un significato profondo: è in ricordo delle 69 vittime massacrate dalla polizia sudafricana nel 1960, a Sharpeville, durante una pacifica manifestazione contro le vergognose leggi razziste dell’apartheid.
L’UNAR (Ufficio nazionale anti discriminazioni razziali) organizza ogni anno la “Settimana d’azione contro il razzismo”, un evento che comprende campagne di informazione, animazione territoriale, eventi sportivi e culturali con il supporto di associazioni, scuola e università. Quest’anno, a causa delle restrizioni causate dell’epidemia di Covid19 il fronte comune contro la disinformazione che alimenta diffidenza, distanza e odio per creare una società inclusiva e sana sposterà il dibattito nel mondo virtuale.
Il razzismo è quanto di più innaturale ci sia al mondo.
Il non sapersi riconoscere negli altri è indice di un’ignoranza priva di giustificazioni.
Tutti condividiamo aspirazioni simili, sogni comuni, dolori e lutti e tutti camminiamo sulla stessa terra.
L’unica razza è quella umana e chi non è in grado di vedere quanto gli uni siamo simili agli altri ha soprattutto da temere se stesso, la propria incapacità e la paura dell’altro.
Pare incredibile, nel 2021 dover riflettere e tentare di far riflettere sul diritto alla diversità e alla vita, sulla mancanza di empatia e sull’inevitabile crollo che la società che si definisce civile subisce ogni qual volta il diritto alla diversità di qualcuno è negato, violato o offeso.
Eppure l’Osservatorio contro gli atti discriminatori del Ministero dell’Interno ha registrato nel 2019 726 crimini dell’odio in Italia riconducibili a razza, etnia, nazionalità e religione; 82 hanno invece riguardato l’orientamento sessuale e l’identità di genere e 161 la disabilità.
E noi che invece della vita abbiamo rispetto guardiamo increduli a quegli elementi che si affannano con insano odio per aumentare i divari e mantenere i privilegi, incapaci di guardarsi col disgusto che meritano.
Ciò che rende l’essere umano speciale è la sua capacità di comprendere e amare, nel più ampio spettro dei significati di questa parola. Senza il dono della comprensione e quello dell’amore l’esistenza si riduce all’arida coltivazione di piccole meschinità atte a ottenere guadagni personali.
Lo scrittore Tahar Ben Jelloun ha scritto: “Siamo sempre lo straniero di qualcun altro. Imparare a vivere insieme è lottare contro il razzismo”.
L’UNAR ha attivo un numero verde per emergenze e segnalazioni 800 901010.