Riflettere sul proprio percorso è il primo passo per comprendere la direzione da seguire. Una direzione che l’artista cagliaritano Federico Ghiani in arte Fedeeilcorvo, 28 anni, ha ben chiara come testimoniato dal suo primo album ufficiale ‘’La classe operaia non va in paradiso’’ pubblicato per Atlantide Dischi il 9 giugno; un progetto che pone l’attenzione sul contenuto, prodotto interamente da un beatmaker di solida esperienza come Greve e che unisce il suono classico dell’hip hop all’influenza del cantautorato. I riferimenti sono molteplici: si va da Luigi Tenco a Martin Scorsese passando per Pirandello e Anassimandro, il tutto accompagnato da una tecnica fluida che caratterizza le nove tracce, legate l’una dall’altra da una ricerca personale intima, ben distanti dall’opulenza e da una concezione dell’arte limitata alla semplice ricerca di consensi.
Partiamo dal titolo, che è un chiaro riferimento al film di Elio Petri del 1971 ‘’La classe operaia va in paradiso’’: come mai questa scelta?
Prima di tutto perché credo sia una delle pellicole più significative del cinema italiano, sin dalla prima volta in cui ho visto il film sono rimasto molto colpito soprattutto dal protagonista Lulù interpretato magistralmente da Gian Maria Volonté. Il titolo del mio disco vuole essere un tributo a un film di tale spessore, ho poi deciso di aggiungere la negazione ‘’non’’ giocando un po’ su questo fattore che a qualcuno potrebbe sorprendere e fare sorgere qualche curiosità.
Se la classe operaia non va in paradiso, come sottolineato nel tuo progetto, dove pensi sia diretta?
In teoria dovrebbe andare all’inferno ma, forse, non ha bisogno di andare nemmeno lì. Mi piace pensare che, probabilmente, sia semplicemente in attesa di iniziare la sua scalata verso qualcosa di migliore.
Il disco è prodotto interamente da Greve, al secolo Federico Pelizza: quando nasce la vostra collaborazione?
Ho conosciuto Greve verso il 2018, poi nel corso degli anni è capitato di incontrarci più volte in svariate occasioni. È un artista di cui apprezzo la grande solidità e il background, oltre ad avere una mentalità e un approccio alla musica che stanno sulla mia stessa lunghezza d’onda.
Nel progetto c’è una sola collaborazione in ‘’Vituperio’’ dove il ritornello porta la firma di Tommaso Mortarino in arte Tommi Scerd.
Proprio così, ultimamente i progetti degli artisti sono ricchi di collaborazioni, spesso anche campate per aria. Per quel che mi riguarda, ho voluto prendere tutt’altra strada, coinvolgendo solamente Tommaso che, oltre ad essere artisticamente un ragazzo che stimo tanto, è un mio caro amico. Lui ha avuto un ruolo importantissimo nella realizzazione del disco, infatti tutte le tracce sono state registrate da lui a Genova, inoltre si è occupato anche del mixaggio e del mastering.
Tra i brani più intensi del disco c’è ‘’Filosofia dell’Hagakure’’: a proposito dell’Hagakure, cosa ti ha colpito maggiormente dell’opera di Yamamoto Tsunetomo?
La componente spirituale e il fatto che si sottolinei l’importanza del sacrificio. Leggere quest’opera mi ha fatto capire che il rap, ma più generalmente la scrittura, è un’arma preziosa per riflettere su qualcosa di più grande.
In precedenza ti facevi chiamare Kaminari: in cosa si distingue rispetto al passato Fedeeilcorvo?
Sono due momenti della vita diversi. Il periodo di Kaminari era all’insegna di quella componente giocosa e più spensierata che caratterizza gli inizi. Fedeeilcorvo, invece, racchiude tutte le mie sfaccettature: dall’amore per l’hip hop alla letteratura, passando per il cinema e la recitazione. L’obiettivo, però, resta il medesimo ovvero sottolineare la necessità di trasmettere un messaggio.
Che messaggio vuoi portare?
Personalmente voglio raccontare storie, mettermi alla prova e individuare nuove chiavi di lettura della realtà. Ora più che mai è importante incentivare la ricerca personale, solo così è possibile essere realmente originali e trovare la propria via.
Nell’immagine di copertina Federico Ghiani