Quando uscì nel 1995, ‘Emotional Intelligence‘ (Intelligenza Emotiva) dello scrittore e psicologo americano Daniel Goleman ebbe grandissima risonanza in breve tempo in tutto il mondo. Accostare l’intelligenza alle emozioni è stato innovativo e ha spalancato le porte a una maggiore comprensione dell’essere umano. L’intelligenza è da sempre oggetto di studio nel mondo accademico da parte di psicologi di orientamenti differenti e forse Goleman non si sarebbe aspettato che a ventisette anni dall’uscita del libro pubblicato in Italia da Rizzoli, questo sarebbe stato l’audiolibro più ascoltato nel 2022 in Italia, nella lettura di Valerio Amoruso, secondo la consueta classifica Audible di fine anno.
Intelligenza ed emozioni, un’accoppiata vincente
‘Intelligenza Emotiva’ presenta concetti sempre attuali e definizioni che ci aiutano a capire che l’essere umano non è comprensibile solo attraverso le sue funzioni intellettive, ma anche grazie alla forma di intelligenza che chiama in causa le emozioni.

L’intelligenza emotiva è quella funzione che ci permette di conoscere noi stessi e il prossimo, mettendo le nostre emozioni in relazione col mondo esterno, con gli eventi della nostra vita e nelle nostre relazioni. Porta con sé i concetti di competenza emotiva e di empatia, che non sarebbero possibili se non fosse attiva questa forma di intelligenza. L’intelligenza emotiva ci aiuta a sostenere i nostri progetti, a trovare la giusta motivazione e a nutrire interessi, passioni e intenzioni. Senza un’intelligenza emotiva sviluppata e consapevole, è pressoché impossibile la risonanza emotiva e la comprensione delle emozioni che si avvicendano continuamente nella nostra quotidianità.
Intelligenza emotiva e le altre intelligenze
Già nel 1900 lo psicologo Spearman ipotizzò l’esistenza di un fattore generale dell’intelligenza che chiamò “g”, alla base di tutte le attività intellettive.
Alfred Binet, invece, tentò di misurare l’intelligenza mettendo in rapporto l’età anagrafica con quella mentale. Questa definizione ebbe la sua evoluzione nel celeberrimo QI che ancora oggi ha un peso notevole nel considerare particolarmente dotati chi ne superi un certo valore. Oggi l’uomo più intelligente al mondo è il matematico australiano di origine cinese Terence Tao, con un punteggio di 230. Albert Einstein, invece, segnava un già impressionante 160. Negli anni in cui l’intelligenza emotiva faceva il giro del mondo, altri studiosi si interrogavano sull’intelligenza e sempre più emergeva l’idea che non potesse essere qualcosa di monolitico, semmai sfaccettato e multiplo. Così Howard Gardner nel 1993 formulò la celeberrima “teoria delle intelligenze multiple” sostenendo l’esistenza dapprima di nove tipi distinti di intelligenza e poi, negli anni successivi, portandolo a undici. Espressioni come intelligenza logico-matematica, intelligenza musicale, corporeo-cinestesica si devono a lui e da allora hanno iniziato a entrare anche nel nostro vocabolario. Non sorprende se oggi ‘Intelligenza Emotiva‘ abbia ancora questo successo, del resto Daniel Goleman, con un linguaggio scientifico ma comprensibile al grande pubblico, ci ha fatto avvicinare un po’ di più a noi stessi e in un momento in cui i fatti internazionali turbano i nostri sonni, più che mai avere un buon contatto col proprio mondo emotivo e con l’intelligenza che ne regola i processi è utile per riuscire a stare in equilibrio. Il grande interesse ancora vivo nei lettori e negli audioascoltatori, sono probabilmente la testimonianza di questo bisogno e del tentativo, non solo come forma di curiosità, di capire di più come siamo fatti e cosa possiamo fare per noi e il prossimo.