L’artigianato sembra non passare mai di moda, quello sardo nello specifico è sottovalutato, imitato, svenduto e poco conosciuto ai più dove il confine tra esecutore e progettista spesso viene frainteso o addirittura scambiato. Erigere un prodotto a opera d’ingegno è tendenzialmente possibile se quel certo prodotto ha alle spalle una progettualità, un’idea pensata dietro alla sua costruzione e un rimando all’epoca in cui viene realizzato.
Se parliamo di moda stabilire un confine tra artigiano e designer diventa meno complesso, balza agli occhi anche per l’etichetta appositamente cucita su un capo con il nome di chi l’ha pensato o del marchio a cui appartiene. Oggi poi esiste una copiosa informazione audiovisiva sul lavoro a quattro mani tra designer e sarto nello specifico, o ricamatore o qualsivoglia artigiano che partecipi al risultato finale nato da un’idea spesso sviluppata insieme e spesso modificata in corso d’opera unendo le conoscenze reciproche. Non è fantascienza, accade, e numerosi documentari che ritraggono il dietro le quinte di una collezione sono alla portata di tutti. Per esempio ‘Dior and I’, documentario del 2014 diretto da Frédéric Tcheng, ci trasporta dentro il lavoro di Raf Simons chiamato come direttore creativo a rinfrescare l’immagine Dior dopo i fasti di John Galliano. Il documentario è uno scorcio ben spiegato sul mondo della moda e rivela chiaramente i passaggi di ricerca che conducono alla formazione di un’idea. In ogni caso i ruoli sono ben definiti, Raf Simons progetta ciò che si materializza nelle mani delle sarte, sapienti mani artigiane che lo tengono sottobraccio per tutto il tempo dedicato alla creazione.
Manufatti in cerca d’autore
Se nella moda questo è ben chiaro, in Sardegna ci troviamo spesso davanti ad uno scambio pirandelliano dei personaggi che non sono propriamente in cerca d’autore, ma diventano l’autore stesso. La moda è arte commerciabile, probabilmente anche nel momento in cui diventa seriale, perchè dietro a quel prodotto realizzato in più copie si compra un’idea e un mondo intero.
Per puntualizzare, esistono sempre notevoli differenze tra le varie arti, è il vero artista che non concede differenze per la sua arte, qualsiasi sia il suo campo d’azione. Anzi, nella moda la connessione e l’interazione tra le varie arti è fonte di ricchezza culturale e linfa creativa. La dichiarazione d’intento e di messaggio è molto chiara per esempio nella collezione couture del 2015 di Viktor & Rolf durante la quale le modelle in passerella indossano abiti che si materializzano direttamente dai quadri e diventano loro stessi quadri da indossare.
L’artigiano è sempre stato considerato un esecutore, ma se nelle sue mani esiste la capacità di trasformare la materia in forma, ciò a cui assistiamo non è forse una magia che emoziona al pari di un’opera d’arte? Non bisogna confondere in ogni caso il maestro e il progettista, talvolta sono la stessa persona e talvolta la narrazione che racconta un manufatto manca d’ informazione.
Il confine, se si parla di opera artigianale è sempre molto labile laddove la manualità dell’esecutore, in possesso di caratteristiche e stile propri, interviene sul risultato finale di un progetto che dovrebbe essere a quel punto valutato a quattromani. Fondamentale diventa la memoria tramandata, il racconto fedele di chi opera nel settore e speriamo che in futuro le politiche regionali possano aiutare la Sardegna a non essere depredata ancora una volta della sua identità, soprattutto per chi fa questo mestiere, che sia il designer, che sia l’artigiano.