Si possono dire tante cose sul conflitto in corso tra Israele e Palestina e forse troppe ne sono già state dette sui social dove, come spesso capita, la riflessione oscilla tra tuttologia e tifoseria da stadio.
Un conflitto che ha radici così remote che anche i grandi studiosi della questione sono cauti a delineare in modo definitivo.
Ma davanti all’orrore non possiamo e non vogliamo riconoscere colori di bandiera e ci schieriamo contro la violenza in ogni caso e in ogni sua forma.
Siamo davanti a un bivio che trascende la politica, la geopolitica, la fede religiosa, la storia, e che molto più banalmente ci definisce come umani oppure no.
Davanti a scene come quelle a cui stiamo assistendo dovrebbe emergere un’empatia naturale verso i propri simili in grado di travalicare ogni idea precostituita o preconcetta.
Il fallimento di anni di trattative, il fallimento del dialogo politico, il fallimento della cultura, sono niente di fronte al fallimento del senso del rispetto per la vita.