Esce in aprile di quest’anno ‘Cordemar’, nuova fatica discografica di Franca Masu, il suo settimo disco in una lunga carriera musicale che l’ha vista impegnata in numerose collaborazioni con artisti di fama internazionale.

L’artista algherese Franca Masu debutta nel 2000 con il suo primo disco, ‘El Meu Viatge’, che contribuisce a farla conoscere ad un pubblico ampio e amante di sonorità in bilico tra modern jazz, world music, fado.
Il percorso di Franca Masu la porta a raffinare sempre più la sua produzione e a definire con maggior precisione le linee musicali sulle quali si muove la sua voce, una voce elegante che si presta al canto in catalano come all’italiano in ‘Ti ruberò’, al sardo, e allo spagnolo in ‘Salondra’.
La titletrack ‘Cordemar’ offre diverse influenze musicali, in una miscela equilibrata tra canzone melodica italiana, jazz moderno, sonorità prese a prestito dalle tradizioni del bacino del mediterraneo, soprattutto con le corde e in altri brani anche con la fisarmonica.
È portoghese l’omaggio a Roberto Carlos in ‘Voce Nao Sabe’, brano che si apre con l’ottimo contrabbasso di Salvatore Maltana, intonazione impeccabile e tocco caldo che sostiene perfettamente tutto un brano che cambia faccia lentamente quando Franca Masu passa al canto in italiano. È qui che le sonorità si fanno decisamente più moderne, sebbene con taglio vintage dato dall’inconfondibile suono del piano Fender Rhodes, e con sfumature a tratti blues nella scelta interpretativa e poi ancora portoghese e italiano in un crescendo vocale e strumentale.
La somma piacevolezza della voce della Masu si esprime nell’algherese ma si piega splendidamente anche al portoghese e alle declinazioni da lei scelte per questo suo lavoro di pregio.

Con lei la pianista Sade Mangiaracina, Fausto Becalossi alla fisarmonica che si conferma ancora una volta un musicista raffinato e sempre presente nella giusta misura. Le corde sono affidate a Luca Falomi che firma assieme alla Masu tutti i brani originali ad eccezione di ‘Cordemar’ che è scritta con Maltana. L’armonica cromatica è quella di Max De Aloe.
In questo genere di lavori che abbracciano molte sonorità calde e tipicamente mediterranee la batteria si pone rischiosamente come strumento che può portarci lontano, ma Massimo Russino conduce ogni brano con un suono e un tempo assolutamente perfetti e ne abbiamo prova in un tradizionale delicato come ‘Desde Mallorca a l’Alguer’.

A chiusura del disco il brano ‘Mediterraneo’ che sembra essere un’ottima sintesi di tutte le scelte musicali presenti in questo lavoro.