Sulla soglia della porta di casa che ospita il Piccolo Museo del Giocattolo, in via Pergolesi 40, ci accoglie Antonella Fontana e ha inizio il viaggio tra gli oltre 2000 oggetti della sua collezione provenienti da tutto il mondo. “Fin da piccola ho sempre conservato tutti i miei giocattoli – racconta mentre ci accompagna alla visita – ma la passione per la collezione nasce nel 1984 grazie all’incontro con Nella Crestetto con la quale ho collaborato fino al 1995”.
“Nella aveva un negozio di antiquariato specializzato in piccoli oggetti ed è lì – spiega Fontana – che ho scoperto la magia delle bambole e dei giocattoli antichi. Lei intendeva realizzare a Cagliari, nel quartiere di Castello, un Museo del Giocattolo perché era appassionata collezionista e riteneva che avrebbe costituito una forte attrazione turistica”. Fanno parte della memoria di Cagliari i successi ottenuti dalle mostre di bambole allestite da Nella nel 1986 anche in occasione dei mondiali di calcio del 1990; diversi oggetti che furono esposti in quelle occasioni fanno parte ora della Collezione Fontana.
Tra i pezzi, tutti di pregio, emergono il cavallino su ruote in carta pesta del giovane Luigi Siotto, un’automobile in legno curvato e metallo e una preziosa collezione di bambole francesi che venivano regalate alle bambine come modello di eleganza per il loro ingresso in società. Di fronte alla serie di bambole è esposta all’interno di una teca la piccola Corte del Vescovo, un rarissimo insieme di 28 piccoli personaggi di legno articolati, della prima metà dell’Ottocento secolo riccamente vestiti e appartenuto ad un bimbo destinato a diventare vescovo. La Corte, cosi come un altare di legno e cartapesta del 1700, ci riportano al passo del Manzoni dedicato alla Monaca di Monza.
Osservando questi oggetti e ascoltando Antonella Fontana si compie un viaggio nel tempo, tra il 1750 ed il 1950, in cui si scopre, ad esempio, che nel 1800 esistevano le joint venture fra i creatori di bambole tra la Germania e la Francia, i primi rinomati per le creazioni in cartapesta e i secondi per la realizzazione dei corpi e dell’abbigliamento. Dalla collaborazione traevano inoltre vantaggio economico perché le merci passavano le frontiere come semplici “parti di ricambio” e non come bambole complete, in modo da pagare dazi ridotti.
Una sezione è, inoltre, dedicata ai giocattoli destinati non ai bambini ma agli adulti della famiglia, di cui fanno parte diversi automi che, per il loro costo elevato, rappresentavano uno status symbol delle famiglie abbienti. Un automa particolarmente pregiato è la Coppia di danzatori di valzer, francese, dell’ultimo quarto del 1800.
Ogni giocattolo ha una sua storia, come quella della roulette clandestina usata nelle fiere paesane della Sardegna e contenuta in una valigia artigianale, che, se da un lato ha procurato al suo ideatore ben sette anni di carcere a Buon Cammino durante il corso degli anni, dall’altro gli ha consentito, con gli incassi, di far laureare i suoi due figli.
Antonella Fontana racconta mentre osserva uno a uno gli oggetti e dalla sua voce, cosi come dai gesti, traspare chiaramente il continuo rinnovarsi dello stupore della bambina per la meraviglia di quegli oggetti. Uno stupore intenso che l’ha portata ad andare oltre, a studiare e restaurare quei giocattoli per regalare al pubblico un’autentica sorpresa. L’ingresso al Piccolo Museo è gratuito e per appuntamento al numero 347 418 7515.