Lo spazio ideale per la musica in città? Inclusivo, accessibile e sicuro, non eccessivamente grande ma adatto a eventi piccoli e medi, possibilmente aperto anche ad attività artistiche, in cui convivono persone e culture diverse. Uno spazio di comunità che favorisca la crescita e la condivisione. Ecco, in sintesi, quanto emerge dal questionario “SOS spazi culturali a Cagliari” che l’organizzazione Basstation ha lanciato lo scorso 13 febbraio per conoscere impressioni e opinioni sulla scena musicale e culturale nell’area cagliaritana.
Il documento, a cui hanno risposto 682 persone (per la maggior parte tra i 35 e i 44 anni), restituisce una visione locale della musica alternativa tra club, live e sale concerti fuori dal mainstream. Il quadro parte da uno scenario non proprio felice: attualmente a Cagliari e dintorni ci sono pochi spazi per fruire la musica, al di là di poche discoteche di taglio più commerciale. L’intento di Basstation, realtà nata nel 2004 per creare luoghi e momenti dedicati alla musica Techno, è proprio quello di stimolare il dibattito facendo emergere un tema comune alle grandi città: “Un problema – scrivono nell’introduzione al questionario – che sta portando alla cancellazione delle scene alternative locali: la mancanza di spazi di socialità ed eventi”.
Il report parte da due dati molto significativi: sette persone su dieci ritengono che la frequentazione di ambienti dedicati alla musica abbia influito molto nella loro vita su interessi e relazioni sociali; otto persone su dieci sono convinte che la mancanza di spazi dedicati alla musica alternativa impoverisca l’offerta culturale della città. La maggioranza dei partecipanti al questionario (74,8%) ritiene poi che questi spazi dovrebbero ricevere finanziamenti pubblici in quanto contribuiscono alla cultura e al valore artistico della comunità. Tante le domande dedicate alla questione trasporti e accessibilità: il 73% dichiara di raggiungere gli eventi con l’auto personale, e la maggior parte degli intervistati afferma che frequenterebbe anche in periferia e fuori città se ci fossero adeguati mezzi di trasporto pubblico.
In chiusura ecco le risposte aperte su come dovrebbe essere un ideale spazio per la musica in città: tra le proposte condivise, un luogo accessibile con eventi anche diurni, raggiungibile a piedi o con i mezzi pubblici, “aperto a culture musicali diverse in modo da garantire contaminazione, confronto e crescita” con proposte di qualità e possibilmente una console a livello del pubblico “così da ricreare l’intimità tra artista e pubblico”, con artisti resident e buona musica senza necessariamente ricorrere a super ospiti; in tanti propongono il riuso di spazi abbandonati da riqualificare, con attività diverse come mostre, dibattiti, editoria, teatro, “un luogo che ti faccia sentire in pace in cui musica e socialità stiano al centro del concept”. Tra le parole chiave ricorrenti nelle proposte, inclusione, sicurezza, comunità.
(nella foto di Luca Festa un evento Basstation)