“Conoscete la favola del colibrì?”. Il minuscolo uccello che porta nel becco una goccia d’acqua per spegnere l’incendio della foresta, e insegna al leone e agli altri animali quanto sia importante che “ciascuno faccia la propria parte” è il simbolo del Lucido Festival 2022. La settima edizione della kermesse firmata da LucidoSottile, ideata e diretta dalle attrici e autrici, danzatrici e performer Tiziana Troja e Michela Sale Musio, con il titolo Assenza più acuta presenza, si è svolta dal 17 al 20 novembre all’ExMà di Cagliari con incursioni in altri luoghi significativi della città, dal Ridotto al Liceo Artistico Foiso Fois al Cinema Odissea. Focus sul tema della diversità nelle sue varie accezioni e sfumature, con spettacoli e concerti, proiezioni e installazioni, incontri, riflessioni, laboratori e momenti conviviali nel segno dell’inclusione, a partire dall’ingresso gratuito a tutti gli eventi oltre alla possibilità di seguire molti appuntamenti in streaming. Cultura senza confini e senza barriere, per parlare di diversabilità e del diritto di essere se stessi, di rispetto e di tutela dei diritti civili con intellettuali, giornalisti e giornaliste, operatori e operatrici della cultura, studiosi e studiose e influencers.
Quattro intense giornate con un prologo visionario, martedì 15 novembre al Cinema Odissea con l’anteprima de “La Sedia“, il nuovo film di Gianluca Vassallo, che nasce da una necessità, dall’urgenza di una storia da raccontare, da un vissuto personale trasfigurato in un tema universale. Il Festival è poi entrato nel vivo tra una festosa e fastosa inaugurazione con tanto di “taglio del nastro” affidato a Nevina Satta, direttrice della Fondazione Sardegna Film Commission e un fitto carnet tra le provocatorie e ironiche incursioni di Batisfera con “Archiviamo?” di e con Valentina Fadda e Angelo Trofa e “L’angolo della diversità” con Henry Scorner, al secolo Enrico Micozzi, prezioso vademecum per “muoversi agilmente in un mondo migliore”.
Un dibattito su donne e cultura in una società in movimento con “Le Cavaliere della tavola rotonda” Cristina Muntoni, Mattea Lissia, Valeria Orani, Alice Nereide Cossa, Donatella Codonesu, Laura Caparrotti e Le Lucide. Concerti e dj set, con Zoe Pia & Tenore di Orosei e Le Borlotty, il pianista Gustavo Gini, e ancora Adele Madau (live electronics, electric violin, loops, oggetti amplificati) e Lella De Marchi (voce recitante, oggetti amplificati, efx) con una intrigante Liturgia Cyborg tra musica e poesia.
E ancora cinema con “Volevo sapere come stai” di Gianluca Vassallo e Francesco Mannironi, scritto con Flavio Soriga e Roberto Verbena, girato durante il lockdown (sabato 19 novembre alle 19.30), l’incontro (venerdì 18 novembre alle 18.30) con l’attore e regista Mattia Berto e il Teatro di Cittadinanza (cui è dedicato il laboratorio a cura di Mattia Berto e Arianna Novaga, con esito finale domenica 20 novembre, intorno alla domanda: “Cosa succederebbe se una mattina ti svegliassi in un corpo di cui non ritrovi le coordinate originarie?”) per raccontare la nascita del collettivo di cittadini performers che indaga sulle emergenze sociali e culturali della nostra epoca.
Focus sulla drammaturgia contemporanea, da “La vera storia della cicala e della formica” del Teatro dallarmadio, con Fabio Marceddu e Antonello Murgia e la partecipazione di Cristiana Cocco, originale e divertente operina teatral musicale, al debutto di “Diario del Sonno / Hortus Conclusus” di Andrea Lanza, dall’omonimo libro di Paola Silvia Dolci, con Irene Di Dio e Albachiara Gandolfo (giovedì 17 alle 19.45 e alle 21.30): uno spettacolo intenso e coinvolgente, una storia struggente rivissuta sulla pelle attraverso le ferite dell’anima e del corpo, tra il riaffiorare dei ricordi, in una sorta di diario in cui si intrecciano frammenti lirici e divagazioni filosofiche, surreali dialoghi con l’analista, con una diagnosi impietosa – “assenza di controllo degli impulsi e depressione maggiore” – e un salto nel vuoto.
La prima italiana di “Open / a queer love story” di Crystal Skillman, con una bravissima Lily Ali-Oshatz, per la regia di Jessi D. Hill (produzione The TANK e The Flying Carpet Theatre Co.) venerdì 18 alle 20.30 all’ExMà apre l’edizione 2022 di OnStage! festival che porta il Teatro Americano in Italia, organizzato da KIT Italia, The International Theatre e Kairos Italy Theater. Una pièce in cui si mescolano ironia e dramma: uno spettacolo di “magia” durante il quale l’artista invita il pubblico a usare la propria immaginazione si trasforma in una sorta di rito attraverso parole chiave come “amore”, “impegno”, “sacrificio” e “promessa”, in un poetico atto d’amore.
Lucido Festival 2022 ha ospitato anche il debutto in terra sarda sabato 19 novembre alle 20.30 del “Karaoke Femminista”, un progetto dell’attrice e regista Monica Nappo che in un inedito duo con Valentina Lodovini propone una antologia di canzoni tra pop, rock e hip hop: una rilettura attenta dei testi rivela le note “stonate” di brani trascinanti come ‘Colpa d’Alfredo’ di Vasco Rossi e ‘Voglio una donna’ di un insospettabile Roberto Vecchioni, tra il “romanticismo” di ‘Ricominciamo’ di Adriano Pappalardo e sconfortanti citazioni in rap. Una piccola “provocazione” culturale, un invito a riflettere sui condizionamenti dell’inconscio e sui retaggi della tradizione patriarcale, per riscoprire la ribellione ne ‘La Bambola’ di Patty Pravo e l’esortazione a mostrarsi come si è veramente – “Express Yourself, Don’t Repress Yourself” – in ‘Human Nature’ di Madonna, poi un finale poetico con ‘La donna cannone’ di Francesco De Gregori, e ancora applausi e bis.
Infine Annagaia Marchioro domenica 20 novembre alle 19 con “#Pourparler” scritto insieme con Giovanna Donnini e Gabriele Scotti, per un ideale viaggio alle riscoperta dell’etimologia e dei significati nascosti, ma soprattutto del “potere delle parole” che possono aprire finestre o innalzare muri. Un intrigante one-woman-show in cui l’artista affronta con ironia le trasformazioni del linguaggio, l’uso diffuso di neologismi e anglicismi e l’inspiegabile resistenza verso sostantivi femminili come sindaca e architetta, alternandosi con alcune delle sue “creature”, da Gina Francon a Suor Forcades, nel segno della comicità e della satira non senza qualche nota malinconica, che colpisce dritto al cuore, quasi a ricordarci che c’è un tempo per (sor)ridere e un tempo per pensare.