“La prima figlia della bellezza umana, della bellezza divina, è l’arte. La seconda figlia della bellezza è la religione”: le parole ispirate di Friedrich Hölderlin accolgono i visitatori della sala dedicata all’arte sacra nella Galleria Comunale di Cagliari. Nel ventennale della donazione all’amministrazione cagliaritana della preziosa collezione di Francesco Paolo Ingrao viene inaugurata la mostra che comprende sculture e dipinti – dai ritratti di santi all’effigie del Crocifisso – importante testimonianza di devozione popolare e sintesi delle diverse declinazioni e dell’evoluzione dei linguaggi espressivi dal XV fino al XX secolo.
Un corpus di opere, di cui è esposta una significativa selezione, che riflettono il gusto e la sensibilità di un collezionista e appassionato d’arte: ritrovate in mercati e negozi d’antiquariato, non sempre in perfetto stato di conservazione, propongono un excursus attraverso i secoli dalla quattrocentesca scultura lignea a mezzo busto di scuola senese che ritrae un Santo Monaco, in cui forse si può ravvisare San Lorenzo, fino all’elegante e stilizzata figura del modello in bronzo e ardesia del “San Francesco orante” (ovvero “Inno al sole”) di Giacinto Bardetti posto da Gabriele D’Annunzio al Vittoriale, risalente al primo trentennio del Novecento.
Tra i pezzi più curiosi e suggestivi, un reliquiario ligneo secentesco di ignoto autore campano (dell’ambito del partenopeo Vincenzo Mollica) che ritrae San Gregorio Magno accanto alla piccola statua settecentesca di Santa Teresa d’Avila, nell’abito delle Carmelitane, con lo sguardo rivolto verso il cielo. Rimanda all’iconografia campano-iberica il delicato volto dell’Addolorata, in un esempio di “statua da vestire” settecentesca in cui all’accurata realizzazione dei dettagli visibili si aggiungono dei semplici elementi strutturali (qui perduti) a suggerire il corpo, celato sotto le ricche vesti e ornato di gioielli in occasione di feste e processioni. San Francesco di Paola, fondatore dell’Ordine dei Minimi, è presente in due statuette di terracotta di fine Settecento mentre è leggermente più tarda la scultura di scuola napoletana in terracotta che rappresenta (a mezzo busto) San Giuseppe con Gesù Bambino, con il santo ormai anziano, secondo la lezione degli Apocrifi, che tiene in braccio il fanciullo addormentato. L’iconografia del Gesù Bambino Redentore ricorre nella statua lignea di ignoto autore, secondo gli stilemi del Niño Jesús, datata ai primi dell’Ottocento mentre raffigura un Santo Vescovo una scultura lignea ottocentesca densa di pathos e completa la serie una statua lignea di Sant’Antonio da Padova della seconda metà del Cinquecento, purtroppo lacunosa (che probabilmente comprendeva anche un Gesù Bambino).
In mostra anche alcuni dipinti – “La morte di San Giuseppe” e l’“Estasi di San Francesco” oltre a una “Madonna Addolorata” – e riunite su un pannello che ricorda la curvatura dell’abside, sette rappresentazioni scultoree del Crocifisso (dal XVI al XVIII secolo) simbolo iconico del sacrificio del Figlio dell’Uomo e della Salvezza.
Una raccolta di quadri e sculture d’arte sacra che documenta un aspetto forse più intimo e privato della figura di Francesco Paolo Ingrao, proposta al pubblico tra le luci soffuse che rievocano l’atmosfera di una cappella, accanto alla prestigiosa e più nota collezione di opere del XIX e del XX secolo – in cui spiccano i nomi di Giacomo Balla e Umberto Boccioni, Filippo De Pisis e Giorgio Morandi, Carlo Carrà, Fortunato Depero, Gino Severini, Mario Mafai e Felice Casorati accanto a Carlo Socrate, Ardengo Soffici Alfredo Biagini e Antonietta Raphael oltre a un prezioso corpus di Mino Maccari.
La Galleria Comunale d’Arte di Cagliari – presso i Giardini Pubblici – è visitabile dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18 – consigliabile la prenotazione a questo link.