“Percorsi Laterali” è il primo libro fotografico di Antonio Pintus dedicato alla narrazione di una Sardegna ancora inedita le cui bellezze da cartolina sono accantonate in favore di visioni altre. Per anni l’isola è stata descritta come selvaggia, ancestrale, aspra, con un abuso di questi aggettivi ai limiti del folkloristico, ma esiste una complessità più ampia e sfaccettata nella nostra terra che passa per paesaggi antropizzati, strade sconnesse, disillusioni di progresso.
Antonio Pintus, 49 anni, software engineer cagliaritano, ha scelto di raccontare una storia differente, cercando la bellezza dove i più non guardano o non riescono a scorgere nulla e la ha restituita al pubblico senza filtri, radicandosi fortemente alla realtà.
Non ci sono le saturazioni dei tramonti a capo Caccia, né le chiare fresche dolci acque iper instagrammate ma le connessioni del quotidiano con i loro significati, i luoghi di passaggio, i sogni infranti del benessere industriale, il vuoto delle miniere.
Un altro mondo in cerca di rivalsa, o forse solo di essere finalmente visto, documentato da Pintus con novanta immagini in anni di esplorazioni e diviso in cinque sezioni che l’autore definisce “una scomponibile traccia di consultazione, senza imporre nulla”, lasciando dunque a chi osserva la gestione del carico emotivo.
Una ricerca affascinante nel territorio, senza cliché e senza proclami, un’analisi molto personale scevra dagli obblighi di un turismo celebrato all’eccesso e da quelle suggestioni così reiterate da risultare stucchevoli e false anche se assolutamente naturali e veritiere.
Il libro, edito da Psicografici Editore, sarà disponibile da fine novembre (per ora può essere ordinato qui) e Antonio Pintus lo definisce così: “Né un diario di viaggio, né itinerari da seguire, frammenti sentiti-sparsi di un’Isola nota, senza voler suggerire mai nulla”.