In vista del numero speciale di Nemesis Magazine che chiude questo 2024, la parola treno mi sembra davvero azzeccata: ci trasporta.
L’idea di transitare è particolarmente legata ai passaggi, da un posto a un altro, da un tempo presente a uno futuro, quindi a ridosso del 2025 è perfetta.
Il treno, nell’immaginario collettivo, è legato ovviamente al viaggio lento, soprattutto se a scartamento ridotto e si fermi a tutte le stazioni. È un oggetto della nostra vita che porta con sé anche la metafora delle occasioni: il famoso treno che passa una volta sola nella propria vita. Che poi, magari per raggiungere i nostri sogni, non c’è da prendere alcun treno, chissà. Però forse da questa parola possiamo estrarre un insegnamento, giocando con la parola stessa e poi legandola all’idea del raggiungimento.
Quindi treno, se la dividiamo, diventa tre no. Questo veicolo, che un tempo faceva ciuff-ciuff, porta immaginariamente ben tre occasioni della nostra vita in cui è indispensabile, se vogliamo raggiungere i nostri sogni, dire tre volte no.
Il primo è un no alle imitazioni: il sogno è unico e inimitabile. Come è unico e inimitabile chi lo fa e lo pensa. Su oltre otto miliardi di persone che si trovano su questo splendido pianeta, non ve n’è una uguale all’altra, soprattutto nella essenza individuale. Simili sì, uguali no. Quindi ognuno ha la possibilità di progettare un sogno e di realizzarlo sapendo che se si atterrà al proprio e intrinseco carattere di unicità, non solo porterà ricchezza nella propria vita, ma anche nel mondo.
Il secondo è un no alle strade già percorse. Il sogno transita su binari che si mettono in posa di volta in volta e, sebbene possano correre paralleli ad altri, poi ci sono passaggi assolutamente personalizzati. Ciò non significa che non si debba imparare da chi è venuto prima di noi; è bene tenere d’acconto le esperienze dei predecessori, ma è tuttavia un no secco al transito su binari altrui. Al primo incrocio non contemplato si rischia lo schianto o il deragliamento.
Il terzo no è all’esposizione prima del tempo. Non raccontare a nessuno il proprio sogno, anche perché non è davvero possibile parlarne, sempre che se ne abbia uno ben chiaro in mente o che ci venga ricordato dal nostro daimon. Se siamo a questo punto allora è da tacere.
Se, invece, non è ancora chiaro, è da tenere comunque nel tuo secretum e lascia che maturi. I tre no sono essenziali per portarsi nel mondo con una luce di espressione che illumina senza bruciare e accecare, bensì scaldando e rendendo visibili aspetti che sono legati all’espressione vera di se stessi.
I tre no portano al raggiungimento.
Ora possiamo ricomporre la parola e salire sul treno della nostra vita per andare verso le desiderate mete. Nel viaggio troveremo persone, situazioni e occasioni tanto più consone al percorso di ognuno quanto più sapremo compiere il viaggio con coerenza e senza voler dimostrare nulla a nessun altro che non sia la nostra coscienza.
Lasciamo un anno alle spalle e, davanti alla linea del prossimo, possiamo provare a portare con noi i tre no che ci conducono sempre più verso noi stessi. D’altro canto siamo tutto ciò che abbiamo e abbiamo null’altro che noi stessi per pensare, sentire e agire.
A tutti felice viaggio nel treno dei tre no.
(Foto di Denis Chick)