Quando cento anni fa l'”Exposition internationale des arts décoratifs et industriels modernes” di Parigi presentò al mondo lo “Stile 1925”, poi comunemente chiamato Art Déco, non si aspettava di aver dettato le linee per imbrigliare lo spirito di un’epoca. Palazzo reale a Milano apre al pubblico “Art Déco, Il trionfo della modernità”, dal 27 febbraio al 29 giugno, per riscoprirne la creatività e l’importanza che ancora oggi esercita nel mondo del design e che a pieno titolo rientra nel bagaglio di conoscenze riconosciute a livello mondiale che chiamiamo Made in Italy. Un talento che già dagli anni Venti e Trenta era riconosciuto alla nostra nazione, tanto che a Parigi erano molti i progetti presentati dagli artisti italiani: Gio Ponti, Tomaso Buzzi, Paolo Venini, Galileo Chini, Vittorio Zecchin, Ettore Zaccari, Alfredo Ravasco e molti altri che seppero lasciare un segno.
La mostra
È un percorso ricchissimo quello affidato alla cura di Valerio Terraroli, promosso dal Comune di Milano-Cultura e prodotto da Palazzo Reale e 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE : oltre duecentocinquanta opere tra abiti, accessori, opere d’arte, vetri, manifesti, fotografie per ripercorrere la nascita di uno tra gli stili più moderni, per via delle sue caratteristiche innovative originali e per lo sforzo creativo che accompagna la realizzazione di ogni pezzo. Non solo moderno, ma anche tra i più longevi, vista la sua influenza fino alla contemporaneità. Il design odierno infatti ha riscoperto tante delle caratteristiche dell’Art Déco e le declina nell’arte, nella moda e nelle attività manifatturiere, adattate ovviamene al gusto attuale. L’esposizione si completa anche grazie alla presenza di pannelli didattici e frame cinematografici che offrono uno spaccato fedele della sua diffusione e del suo imporsi come gusto imperante.
Uno stile di rottura
Lo Stile 1925 è stato così incisivo perché figlio di un momento storico molto particolare, all’indomani della fine del primo conflitto mondiale e in qualche modo anticipatore di certe scelte estetiche che si concretizzeranno con la prossima Seconda Guerra mondiale. È un periodo di grande produttività e fervore che si traducono nella ricerca della novità assoluta. Messi da parte i fronzoli floreali dell’Art Nouveau, che hanno imperversato in tutte le discipline artistiche, è il momento di sperimentare con altre linee, altri materiali e altri prodotti. L’Art Déco ripulisce l’eccesso per cercare bellezza nella geometria e nel dettaglio rigoroso della linearità. Architetture, accessori, moda, scultura e pittura si adattano al nuovo gusto veicolando concetti come essenzialità ed eleganza. Si lavora con materiali poveri e fortemente innovativi come lacche, finta pelle, smalti, alluminio, guardando alla purezza dell’estetica di Greci ed Egizi e alle grafiche minimali di Cubismo e arte africana, con risultati straordinari. La preziosità risiede nel processo creativo, nella scelta di una materia anche non nobile, nel risultato cristallino e privo di orpelli inutili, in cerca dell’armonia, scelta che si estende anche al mondo della moda a cui, nella mostra, è dedicato ampio spazio.
Perché Milano
Il capoluogo lombardo è stato un luogo centrale nel periodo storico tra le due guerre, area metropolitana interessata da tutti i grandi cambiamenti che hanno fatto avanzare l’umanità, dall’industrializzazione all’allaccio della rete elettrica, dal fervore dei costruttori alla necessità di imbrigliare la verve di quel tempo anche con attività ricretive come il teatro, il ballo,le feste, all’insegna del glamour. Inoltre Milano è testimone dell’affermazione concreta dell’Art Déco, con molti palazzi realizzati secondo i suoi criteri di sobria bellezza ma anche con infrastrutture di primaria importanza. Per celebrare l’amore della città verso questo stile così proiettato verso la modernità e il futuro, la mostra ospita anche “Il Padiglione Reale della stazione centrale di Milano. Un capolavoro Art Déco”, progetto curato dalla Fondazione FS Italiane proprio a dimostrazione di come i dettami di questo stile si siano estesi anche a luoghi e oggetti di uso comune, traducendo le regole teoriche di rigore e pulizia anche nella pratica di tutti i giorni, e soprattutto riportando il dibattito culturale anche sulla necessità di produrrecose belle e di pregio ma anche utili e funzionali. Una lezione che oggi si sposa con tematiche legate al riuso, alla sostenibilità e al rispetto dell’ambiente e delle risorse naturali, una lezione, quello dell’Art Déco, ancora attualissima.
Contributo fotografico di Carlotta Coppo