Ammirato dai maggiori compositori del suo tempo, Mahler, Stravinskij, Schonberg, Berg, Giacomo Puccini rimane l’operista più rappresentato nel pianeta dopo Giuseppe Verdi, da cui deriva quasi per gemmazione. Quest’anno ricorrono i cent’anni dalla morte, avvenuta a Bruxelles il 29 novembre 1924, e in tutto il mondo sono più di mille gli allestimenti delle sue opere proposti per rendergli omaggio.
A Cagliari dal 15 al 24 marzo va in scena Tosca, uno dei titoli più celebri. Inserito nella stagione 2024 del Teatro Lirico, il melodramma manca dal capoluogo sardo dal 2019 e sarà una gioia ritrovarlo. La vena melodica evocativa e struggente del Maestro lucchese, capace di voli passionali quanto di miniature espressive, le sue inusuali mescolanze timbriche e moderniste, il senso armonico personale e sofisticato, l’impareggiabile capacità di organizzare il suono, unitamente allo sforzo inesausto di scandagliare la psicologia dei personaggi traducendola in soluzioni musicali anche inedite e alla capacità di sintetizzare con le note anche cinque o sei caratteri in uno stesso personaggio, lo hanno reso un seduttore globale pienamente in grado di vincere la sfida del tempo.
Come molti sanno, la produzione pucciniana è dominata da due momenti principali: al primo appartengono opere basate sulla poetica delle piccole cose e su personaggi di psicologia minuta, al secondo quelle sospinte da un vento modernista fatto di rinnovamento vocale e sinfonico. ‘Tosca’ appartiene alla prima fase, quella romantica che abbraccia Manon Lescaut, La Bohème, Madama Butterfly. Regia e allestimento di questa rentrée sono gli stessi del 2019, firmati rispettivamente dal fiorentino Pier Francesco Maestrini e dal Teatro Lirico, regia che in questa occasione viene ripresa dalla cagliaritana Daniela Zedda (regista e pianista), che nel 2015 curò la regia di Tosca per il decentramento estivo del Lirico.
La direzione musicale è affidata a Beatrice Venezi, lucchese come Puccini, che ritorna a Cagliari dopo aver diretto Traviata lo scorso maggio (qui l’intervista per Nemesis Magazine). A lei il compito di guidare anche il Coro del teatro e quello di voci bianche del Conservatorio “Giovanni Pierluigi da Palestrina”, preparati da Giovanni Andreoli e Francesco Marceddu. Due ore e mezza per immergersi nelle relazioni conflittuali di inganni e gelosie tra la celebre cantante Flora Tosca, il pittore di idee liberali Mario Cavaradossi, il barone Scarpia, capo della polizia, sviluppate nell’ambiente ecclesiastico e nobile della Roma di inizio Ottocento.
Sul palco, un cast di livello che si alterna nelle varie repliche. A vestire i panni di Tosca sono chiamati i soprani Veronica Dzhioeva (15-17-20-22-24 marzo) e Ira Bertman (16-19-21-22-23 marzo), Mario Cavaradossi è impersonato dai tenori Murat Karahan (15-17-20-22-24), Marco Berti (16-21-23), Fabio Serani (19-22), il barone Scarpia dai baritoni Dalibor Jenis (15-17-20-22-24) e Ivan Inverardi (16-21-23). E poi Francesco Leone, Angelo Nardinocchi, Safa Korkmaz, Carmine Riccio, Francesco Musinu, Alessandro Frabotta, Guerino Pelaccia, Andrea Rossino, Michele Scano, Flavia Marceddu, nei ruoli degli altri personaggi previsti dall’opera. Non è tutto. Per le scuole sono in programma due recite il 19 e il 22 marzo entrambe alle 11 e della durata di un’ora. Il ruolo di narratrice è affidato all’attrice Michela Atzeni. Per gli under 35 e persone con disabilità sono applicate riduzioni del 50%. A fine giugno sarà la volta di un altro titolone pucciniano: Madama Butterfly.
Nella foto di Priamo Tolu, il primo atto di ‘Tosca’