La settima edizione di Babel Film Festival a Cagliari ha dedicato una delle sue anteprime, venerdì 3 dicembre, al “Premio Kentzeboghes” 2021. Il progetto è mirato a difendere e valorizzare le lingue minoritarie attraverso percorsi artistici e laboratoriali.
“Abbiamo dovuto fare una selezione fra le 104 pellicole candidate – ha detto Antonello Zanda, direttore della società Umanitaria e Cineteca Sarda di Cagliari – un segnale di vitalità fortissimo“. Le due sale del cinema Greenwich che ha ospitato l’evento sembrano confermare, con il tutto esaurito, l’interesse sincero per questo filone narrativo. “Abbiamo ideato un sistema di giurie diffuse sul territorio nazionale – ha proseguito Zanda – il risultato così è corale, di ampio respiro e anche all’insegna dell’inclusione sociale, non solo cinema per il cinema, Una delle giurie che assegneranno i premi infatti è composta da richiedenti asilo, in un’ottica di accoglienza e rinforzo del tessuto sociale”.
Sono tre i film che hanno ricevuto un premio: “12 aprile”, di Antonello Deidda, realizzato nel 2021; “Santamaria”, di Andrea Deidda, sempre del 2021; e “S’acàpiu de su sòriche de arbore sardu”, di Fabrizio Vella, realizzato tra il 2005 e il 2021. Ognuno di questi lavori ha saputo raccontare tanto della fantasia, della cultura, dei talenti e delle competenze che l’Isola offre.
Il distopico “12 aprile” di Antonello Deidda mette in connessione la data in cui il Cagliari vinse lo scudetto nel 1970 con lo stesso giorno proiettato al 2020, quando la città, deserta per il lockdown, appariva aliena e spettrale. Oltre la trama piacevole e divertente queste immagini sono anche un documento prezioso della pandemia. “È stato molto difficile girare durante il lockdown, vedere le strade vuote era straniante – dice Antonello Deidda – come in una puntata di “Ai confini della realtà” la serie di fantascienza famosa negli anni ’60, lì ho trovato ispirazione”.
“Santamaria”, di Andrea Deidda è la commovente storia vera di Raimondo Gaviano, che da Seui si sposta a Cagliari per studiare, lavorare e per sognare una vita da pugile allenandosi con i migliori. Nessuno spoiler sulla trama, ma da sottolineare c’è l’amore vero che permea tutto il film e che non può lasciare indifferenti. “Ho voluto raccontare un sogno e l’affetto mai venuto meno di un intero paese – ha detto Deidda – in tanti mi hanno aiutato per realizzarlo, consapevoli che sarebbe stato un omaggio a tutta Seui e al suo senso di comunità”.
Una chiamata alle armi invece è “S’acàpiu de su sòriche de arbore sardu”, di Fabrizio Vella, un bellissimo documentario naturalistico che ci guida negli impervi anfratti del Supramonte alla ricerca del Glis Meloni, ovvero il ghiro sardo, che si riteneva estinto. “Se vogliamo essere ambientalisti dobbiamo farlo partendo da casa nostra – ha dichiarato Vella – i bambini devono conoscere il luogo in cui vivono per poterlo proteggere, per capirne l’importanza”.
Il concorso Kentzeboghes è una costola importante del progetto Babel e promuove la realizzazione di prodotti cinematografici “parlati in sardo”, interpretando nel modo migliore il progetto di costruzione della memoria linguistica e visiva isolana, perché il tesoro di tradizioni, ma anche di innovazione, non vada perduto e cresca nel tempo.
Dopo le anteprime di questi giorni, il Babel Festival prenderà il via lunedì 6 dicembre e proseguirà fino a sabato 11; la rassegna è ospitata al T-Hotel di Cagliari ed è articolata in proiezioni, dibattiti, masterclass, eventi speciali e mostre. Sono 64 i film in concorso. Le giurie sceglieranno le opere da premiare fra 39 documentari e 25 film a soggetto. I film arrivano da tutto il mondo, sono parlati in 40 diverse lingue minoritarie e confermano la vitalità di un settore cinematografico in costante crescita.
Le fotografie della serata sono di Sara Deidda