“Quando uno è un Genio nun je poi dì che è bravo, je devi dì che è un Genio” … ecco io così prenderei spunto dal compianto Gianfranco Funari per descrivere la creatura più oscura e verace non solo di Roma ma d’Italia e quasi quasi anche di Europa.
Perché se prese singolarmente ognuna delle voci si può avere da chi imparare è la combo, in questo caso “Oscura Romana”, che detiene uno scettro condivisibile con nessun altro in questa Terra, multiversi a parte logicamente.
Ed è il leader fisico spirituale mentale ed ideale di questa combo, Henry Bowers che ha creato questa chimera multiforme che suona come i Death In June che sonorizzano Remo Remotti, un qualcosa che nemmeno nei sogni bagnati degli Offlaga sarebbe mai potuto succedere, che da più di un decennio suona in giro per l’Italia ma che potrebbe tranquillamente fare faville in terre albioniche o sassoni ma che alla fine preferisce rimanere a Roma Est.
E che dopo aver terrorizzato in 4/4 col tanz e il vortice di Totip e Bela Lugosi ora torna con un nuovo singolo dal suono quasi sludge manco ci fosse Jerry Cantrell alla chitarra e ci getta a terra con la tranquilla nonchalance che in realtà in romano è puro sciallo.
Ora due cose: il nuovo album e il Tour, anzi, i Konzert.
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