Nell’antologia ‘Versi a Dio‘ pubblicata a fine 2024, Papa Francesco interviene in apertura con una ‘Lettera ai poeti‘ in cui scrive che la vita senza poesia non funziona. Parole sante, verrebbe da dire.
Con il patrocinio dell’Unesco, da venticinque anni il 21 marzo si celebra la “Giornata mondiale della poesia”. In ogni secolo ha avuto una funzione etica, rivoluzionaria, terapeutica, di libertà, concedendo ai lettori o a chi l’ascolta di recuperare il senso delle cose, di riappropriarsi della memoria, e al poeta la capacità di attingere al proprio inconscio e a quello collettivo. Una stasi momentanea contro la confusione, la definiva Robert Frost.
Nella poesia la parola si offre senza chiedere nulla in cambio, rendendo vitale la vicenda di una lingua che anche grazie a essa non rimane immobile, paludosa. Usare la lingua in poesia, qualcosa di potente e fragile al tempo stesso, multipla e complessa, vuol dire spogliarla e intensificarla, resistendo all’aspetto funzionale. Una poesia compie la lingua in cui si esprime, la verifica, inventandola continuamente, ed è tanto più viva quanto più l’intero corpo linguistico è posto “sotto pressione”, per dirla con Ezra Pound.
La poesia consegna l’uomo a se stesso permettendo di vedere le proprie contraddizioni. Si sottrae alla generalità e all’astrazione. Nel crearla, il rapporto causa-effetto si spezza, per poi ricomporsi in maniera sempre diversa. Sprona, arde, è imprevedibile. Esprime una forza di valori in grado di superare spazio e tempo, rendendo presente che tutto ciò che è stato scritto è ancora vivo. Oggi come più di duemila anni fa, anche se tra la poesia degli antichi e quella dei tempi moderni ogni cosa è cambiata. I poeti antichi si preoccupavano di durare come nessun poeta moderno si è mai interessato. Pensavano ai posteri, a quel che ancora non c’era, manifestando una viscerale esigenza di autoconservazione, trovando la via per diventare contemporanei dei propri discendenti. Che sia del presente o del passato, la poesia dà il proprio contributo allo sviluppo dell’uomo, alla sua crescita interiore e di persona parte di una comunità. Anche per questo, oggi regaliamo un libro di poesia.
Foto di Moshe Harosh da Pixabay










