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FUTURA. Il mio viaggio a Londra

Di Giulia Toma
10/11/2023
in Futura, la nuova generazione si racconta
Tempo di lettura: 3 minuti

Nel mese di gennaio la mia professoressa di inglese ha presentato un progetto: c’era la possibilità di andare a Londra con un’agenzia scolastica di Brisighella, un paese vicino Faenza. Questo progetto, in verità, la mia prof ce lo presentava tutti gli anni ma non mi aveva mai attirato particolarmente. Quest’anno, però, non so cosa mi abbia spinto a chiedere ai miei di poter andare, anche se nessuno dei miei compagni di classe aveva aderito. Avevo paura di andare da sola, ma alla fine è stata la miglior scelta che potessi fare. Abbiamo fatto una cena verso fine giugno per iniziare a conoscerci meglio ed è andata così bene che sapevo già chi sarebbe stata la mia compagna di stanza.

Il 2 luglio alle 4 del mattino siamo partiti in pullman da Faenza per raggiungere Venezia. Intorno alle 15 siamo arrivati al college dove avremmo alloggiato per due settimane. La Westminster Harrow Camp si trova a nord di Londra, il centro è raggiungibile in un quarto d’ora con la metro. È un enorme caseggiato con grandi vetrate che d’estate apre le porte a studenti che vanno per imparare l’inglese e arrivano da tutto il mondo.

La mattina facevamo lezione dalle 9 alle 12 e per le 14 ci trovavamo al forum per uscire. Il primo giorno abbiamo fatto un tour completo di tutto il centro. Abbiamo fatto un giro abbastanza strano e contorto, mille curve e vialetti, e infine siamo sbucati da un tunnel e ci siamo trovati su “the mall” il più grande viale che io abbia mai visto. L’ho riconosciuto subito, è il viale che ha celebrato i più grandi matrimoni e funerali nella storia della famiglia reale. Ai lampioni erano appese bandierine britanniche e cartelli di vario tipo.

Ho notato subito, in fondo al viale, Buckingham palace, il castello più importante che io conosca. L’abbiamo menzionato molto alle medie, parlando della famiglia reale e soprattutto della regina Elisabetta II e ora era davanti a me, non ci credevo. Buckingham mi ha stupito in modo positivo: era tutto così bello e pieno di colore, e il cancello enorme d’oro che vedevo sempre in tv, in quel momento era neanche a un metro di distanza da me. Devo ammettere che ero emozionata, non mi aveva mai fatto effetto un monumento del genere.

Dopo aver fatto diverse foto e video siamo ripartiti passando da Green park, un parco a pochissima distanza da Buckingham. Il parco era enorme e c’erano anche molti animali, infatti siamo stati attaccati dalle oche che volevano i nostri waffle.

I giorni seguenti siamo stati ovunque, British museum, Greenwich, Science museum, Cambridge…Credo che la cosa più divertente sia stata andare a Wembley, essere lì già era fantastico ma urlare: “It’s coming Rome 2020” a tutta la gente che passava e ci guardava male è stato ancora più esilarante. Non siamo andati dentro allo stadio ma quel pomeriggio siamo stati allo Wembley Central Square Shopping Centre, un centro commerciale dietro Wembley.

Io e una mia amica, Matilde, volevamo vedere almeno lo stadio da vicino, quindi con la scusa di andare da Starbucks ci siamo allontanate, siamo corse davanti allo stadio e abbiamo fatto in volata tutte le gradinate che portavano all’entrata. Appena davanti all’ingresso ha iniziato a piovere. Dato che non potevamo entrare, abbiamo deciso di fare la yellow zone, abbiamo corso sotto la pioggia e ci siamo divertite tantissimo.

Ritornate al punto d’incontro la nostra accompagnatrice ci ha chiesto dove eravamo state e perché fossimo bagnate, noi ci siamo guardate, abbiamo iniziato a ridere e Matilde ha detto: “I don’t understand, can you repeat?” la tutor ha alzato gli occhi al cielo ed ha lasciato perdere.

Noi intanto ci siamo vantate con gli altri di essere andate allo stadio.

Questa nuova rubrica nasce con la precisa volontà di ascoltare il punto di vista delle persone più giovani su tanti temi, grandi e piccoli. È una generazione spesso trascurata nel dibattito politico e altrettanto spesso è descritta come poco impegnata, disinteressata e senza aspirazioni. Noi pensiamo tutto il contrario e abbiamo deciso di dare loro voce a partire da Giulia Toma, 13 anni di Massa Lombarda, e Filippo Spano, 13 anni di Cagliari, che da oggi animeranno questo spazio di riflessione.

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