D’accordo, c’erano i Beatles e i Rolling Stones: sono loro ad aver segnato un’epoca, acceso rivoluzioni musicali e di costume, scatenato passioni roventi con le loro canzoni, le loro parole, i loro gesti. Ma il rock così come lo conosciamo con le sue tante ramificazioni, non sarebbe stato lo stesso senza una sfilza di gruppi importanti tra cui i Chicago.
Quando nel 1971 registrarono Live At Carnagie Hall, il concetto di supergruppo non era ancora entrato nell’immaginario collettivo della musica ribelle per eccellenza. La band americana aveva già iniziato a mescolarla con altri generi, jazz, rhythm’n’blues, pop, melodia, progressive, avvolgendoli con testi sempre impegnati e arrangiamenti straordinari.
Una miscela che li aveva catapultati tra gli act più richiesti d’America e che portò le star di allora a volerli sul palco. Uno su tutti, Jimi Hendrix che, nel ’69, li ingaggiò per aprire i concerti della Jimi Hendrix Experience. Invitati a Woodstock, madre di tutti i festival e canto del cigno della generazione sixties che sperava di cambiare il mondo, saltarono quel leggendario raduno dove la musica sembrava fatta della “materia” dei sogni: il loro manager, lo stesso di Carlos Santana, aprì la porta a quest’ultimo, benché i Chicago godessero di una credibilità enorme. Nella vasta discografia del gruppo, i lavori di successo restano tanti, anche se memorabile rimane il disco appena citato, registrato a New York nel tempio della musica colta. Un quadruplo album dal vivo non facile da vendere per quei tempi e che, oltre a brani come In the country, Fancy colours, Questions 67 and 68, Where do we go from here, I’m a man e 25 or 6 to 4 i quali resero il gruppo mitico negli ambienti rock, conteneva vere e proprie suite tipo It better and soon (contrariamente al suo titolo non finiva mai), Ballet for a girl in Buchannon e Does anybody really know what time it is? racchiusa nel disco d’esordio del ’69 Chicago Transit Authority, dal primo nome della formazione. Composta da eccellenti musicisti, fu la prima band di musica “bassa” a salire su un palco fino a quel momento deputato alla musica alta.
Entrati di diritto nel 2016 nella Rock and Roll Hall of Fame, oggi i Chicago continuano a girare il mondo, esattamente come del resto fa, per conto proprio, qualche storico socio fondatore che quella musica ha contribuito a suonare, creare e rendere famosa. Dall’11 al 13 luglio, arrivano nell’Isola per Sardegna Concerti i Chicago Experience guidati dal batterista Danny Seraphine, tra i componenti del gruppo originario.
Formata da Tony Grant, voce, Gerard Atkins, tromba, Klemens Pliem, sax tenore, Karel Erikssons, trombone, Ed Rot, tastiere, Marc Bonilla, chitarra e voce, Travis Davis, basso e voce, la band approda venerdì 11 luglio alle 21 al Teatro Lo Quarter di Alghero e domenica 13 al Massimo di Cagliari anche qui alle 21. Biglietto 35 euro. Il 12, dalle 11 alle 13, il celebre batterista, inserito tra i “Top 100 drummers of All Time” dalla rivista Rolling Stone, terrà una masterclass nella sala teatrale di via De Magistris organizzata dall’Accademia del Pop: costo 25 euro, prenotazioni all’indirizzo accademiadelpop@gmail.com. Concerti che offriranno titoli come Saturday in the park, Feeling stonger every day, Just you ‘n’ me, I’ve been searchin so long, If you leave me now, Baby what a big surprise, Hard to say I’m sorry/Get a way, You’re the inspiration, Hard habit to break, Look away, tra ricordi ed emozioni.