Alcune storie non conoscono la parola fine. Forse perché sono state così intense da non potersi concludere del tutto, forse perché alcuni legami, nonostante ciò che ci circonda muti sempre più velocemente, sono ben più forti della frenesia del presente. Storie come quella dei Ratapignata, storico gruppo rocksteady cagliaritano del frontman Emanuele Pittoni, che dopo essersi sciolto nel 2018, torna ufficialmente con un nuovo progetto in compagnia della SeuInStreet Band intitolato ‘’Caboniscu’’: due tracce vivaci e argute, la titletrack e Meri Merì Dub quest’ultima arricchita dalla produzione di un artista del calibro di Arrogalla, uscite sulle piattaforme digitali il 20 settembre e in vinile il 27, che sanciscono un nuovo inizio per una delle realtà più rappresentative della musica sarda e non solo. Una realtà poliedrica, solida e in grado di unirsi alla perfezione con i musicisti ogliastrini guidati dal direttore Adriano Sarais, contraddistinta da un entusiasmo e da una voglia di mettersi in gioco che solo chi ama davvero ciò che fa possiede. Quella voglia di mettersi in gioco di chi sa che ogni incontro è un’opportunità da accogliere a braccia aperte.
Quando nasce l’idea di fare questo progetto con la SeuInStreet Band?
E’ un’idea che aleggiava già da tempo, con Adriano Sarais c’è sempre stata stima reciproca e alcuni di noi avevano suonato in passato assieme. A dicembre del 2022, Adriano ha proposto di riarrangiare un nostro pezzo ovvero ‘’Abheri sa Fentana’’: a quel punto abbiamo colto la palla al balzo proponendo di fare qualcosa di nuovo. Eccoci così arrivati a ‘’Caboniscu’’.
Un progetto che esce in vinile. Come mai questa scelta?
Siamo profondamente legati al vinile: ha un fascino speciale e poi lo abbiamo fatto per valorizzare appieno il nostro percorso, era doveroso. Il vinile, nel vero senso della parola, resta e non tramonta mai.
Nel 2018 avete deciso di sciogliervi: come è stato tornare sul palco assieme il 17 dicembre 2022 a Su Tzirculu a Cagliari?
È stata una grandissima emozione, lo dovevamo a noi stessi e a chi ci supporta. Questi cinque anni di pausa sono stati rinfrancanti, suonare nuovamente assieme è stato davvero speciale e liberatorio.
L’utilizzo della lingua sarda è uno dei vostri tratti distintivi. Come mai c’è ancora chi vede il sardo come un limite?
Purtroppo è una questione di pregiudizio per alcuni. Erroneamente si pensa che la lingua sarda sia arcaica ma questo non è assolutamente vero. Il sardo è una lingua moderna, dal grande potenziale e dalla musicalità unica.
Nel 2025 si celebreranno i vent’anni del vostro primo disco ufficiale ”Sighi Sighi”: avete in mente una riedizione?
Perché no? Sarebbe una bella idea, adesso vediamo un po’. Stamparlo in vinile, riarrangiando i brani e mettendo mano al mix e al mastering sarebbe sicuramente un bel modo di festeggiare l’uscita di un progetto per noi molto importante.
Dai vostri esordi nel 1998 a oggi tanta acqua è passata sotto i ponti: in cosa siete cambiati maggiormente?
Siamo più maturi e consapevoli, umanamente e artisticamente. L’esperienza accumulata in questi anni è stata tanta e andando avanti nel tempo questo aspetto fa la differenza.
Nel 2014 avete suonato con i Marlene Kuntz riarrangiando ‘’Pornorima’’: che esperienza è stata?
Davvero incredibile, oltre che estemporanea perché non abbiamo programmato niente. I Marlene Kuntz sono stati dei grandissimi innovatori, portando nel 1994 con il disco ‘’Catartica’’ un suono in Italia, ma anche in Europa, che sino ad allora mancava.
Adesso che vi siete riuniti dove siete diretti?
Siamo focalizzati sul presente che viviamo con entusiasmo e gioia, strada facendo valuteremo cosa fare, senza alcuna pressione o aspettativa. Ci godiamo ogni data che verrà, salendo sul palco con entusiasmo continuando a divertirci, come facciamo sin dagli inizi, sempre con la schiena dritta e con la consapevolezza del nostro percorso.