“Probabilmente, I più importanti ed intensi 40 minuti che possiate mai trascorrere nella vostra vita, da troppi mesi a questa parte”.
Per me basterebbe questo per descrivere ‘Carnage’, l’ultima uscita – a sorpresa – di Nick Cave, senza Bad Seeds, solo con Warren Ellis.
Non ce lo aspettavamo, anche perché ‘Gostheen’ è, solamente, di fine 2019, ma avremmo dovuto, conoscendolo, perché già per le sue stesse parole la risposta, la reazione agli eventi negativi è quella de “La mia risposta a una crisi è stata sempre creare”, e così è stato, anche, ricordando con dolore, per eventi personalmente peggiori della pandemia.
E quindi ‘Carnage’ è un album idealmente composto in terrazzo, a scrutare l’orizzonte durante i terribili primi mesi della pandemia che sta colpendo tutti noi, più in particolare durante i primi mesi di lockdown, parola cui ormai tutti noi ci siamo purtroppo abituati.
Copertina atipica, solo tre colori, caratteri giganti – forse un leggero richiamo a ‘Tender Prey’ – collaborazione con soltanto Warren Ellis, quasi fosse un colonna sonora, ops, non certo di un film, bensì della nostra vita.
E veniamo a noi, ‘Hand of God’, i violini di Ellis lame affilate che ci inseguono in una corsa asfissiante proprio come una ipotetica Mano di Dio che tenta di schiacciarci – ‘Hand of God coming from the Sky’ – proseguendo con il piano dissonante di ‘Old Time’, quasi a la ‘Where’s the Revolution’ di Depeche Mode memoria, come preparazione per i successivi episodi, in cui ciò che permea è proprio l’intera figura, l’intera vita di Nick Cave, come se questa fosse stata trasferita totalmente in questo gospel diabolico di ‘Carnage’ e che pesa, con forza pesa su di noi si, l’ho già scritto, in maniera asfissiante e troppo malinconica.
Conviene rimanere fermi, in posizione fetale, per terra, ad ascoltare ‘White Elephant’, arresi alla realtà, ma forse un po’ speranzosi di trovare un messaggio positivo nel suo spoken deciso (spoiler: non c’è), per poi esplodere, almeno io, in un pianto liberatorio in ‘Lavender Fields’ in cui le atmosfere iniziano a dilatarsi, a quietarsi, ma senza mai totalmente arrendersi, forse solo in attesa, quasi come consci che non c’è molto da poter fare se non aspettare scrutando l’orizzonte, esatto, quello di ‘Balcony Man’
40 minuti, quindi, non molti, ma forse i più importanti che potremmo mai vivere in questa condizione.
ASCOLTA ‘CARNAGE’ SU SPOTIFY