Aprire una libreria in un piccolo paese, che per di più tende allo spopolamento, in questo periodo storico, con il rischio di nuove restrizioni è un atto di militanza culturale. Di più, è un atto politico. Ed è esattamente questo che ha fatto Michela Calledda a Siliqua, piccolo paese del Sulcis a metà strada tra Iglesias e Cagliari, con La Giraffa, libri e altre meraviglie, che aprirà lunedì.
“La Sardegna ha bisogno di piccole e costanti azioni culturali nei paesi e una libreria riesce a creare una continuità culturale che manca. È un presidio culturale”, spiega la titolare. Per comprendere pienamente il suo coraggio e la portata di questa azione basta soffermarsi sul fatto che a Siliqua una libreria non c’è mai stata.
Una libreria come presidio culturale
“Quando ho detto all’assessore alla Cultura del mio comune, Isacco Fanni, che aprivo una libreria era contentissimo”. Non si fa fatica a crederlo, visto che si sente più spesso di saracinesche che si abbassano invece di porte che si aprono. E non solo nei piccoli paesi, anche in realtà ben più popolose. Se si parla di una libreria indipendente, poi.
L’assessore le ha dato tutto il supporto che poteva. Le ha detto, ad esempio, che c’era la possibilità di proporsi come fornitrice a tutte le biblioteche della zona che partecipano al bando del “Decreto Franceschini”. Si tratta di 30 milioni di euro finanziati dal Ministero dei Beni Culturali per supportare le biblioteche pubbliche e le piccole librerie: le prime possono acquistare volumi dalle seconde, meglio ancora se queste ultime sono attività indipendenti, l’importante è che siano in primo luogo nella loro provincia. E nel Sulcis, e più in generale nel Sud Sardegna, le librerie si contano sulle dita di una mano. “Quando parlo di presidio culturale mi riferisco a questo”, sottolinea Michela Calledda.
Dal concepimento…
L’idea di aprire una libreria è nata durante il lockdown dello scorso anno. E piano piano è maturata, prendendo forma prima e consistenza poi. “L’isolamento e la necessità di distanziamento mi hanno fatto rivalutare l’idea del piccolo. Non solo lo spazio minuto e fruibile del paese ma soprattutto le piccole cose, lontane dall’idea di grandi eventi”.
Attenzione, però! Perché qui piccolo non significa di poca qualità o scarsamente interessante. Le intenzioni in questo caso sono l’esatto opposto. Piccolo si riferisce alla sola dimensione quantitativa, più intima, diretta, a stretto contatto. Quella qualitativa, invece vuole essere di ampia portata.
“Vorrei riuscire ad organizzare almeno un evento al mese. Eventi di qualità. Ad esempio una rassegna centrata su un certo tipo di autori ed editoria”, racconta, “questo tipo di eventi non va ad appesantire l’offerta dei festival che è già ampia e funziona”.
L’attivista specifica che “i festival letterari e culturali della Sardegna sono fatti molto bene però tendiamo a lavorare sempre e solo sul grande evento. Il bando della Regione, specie dopo le modifiche introdotte dalla giunta Pigliaru (l’amministrazione di centrosinistra, precedente alla compagine Sardista-Leghista, che governa l’isola attualmente, ndr) presta poca attenzione all’evento locale. Se non ci sono le forze per organizzare qualcosa di grande, è difficile accedere ai finanziamenti”.
Decentrare significa avere la forza di diventare un polo d’attrazione e la sfida di Michela Calledda è ambiziosa, è vero, ma anche assolutamente razionale: “Siamo a mezz’ora da Cagliari e da Iglesias. Quello che a me piacerebbe è riuscire a convincere le persone a spostarsi dalla città per assistere a un evento. Noi dai paesi lo facciamo. Farlo al contrario serve alle città per alleggerire la pressione e alle persone dei paesi per aprirsi e confrontarsi”.
…alla realizzazione
Anche per questo Michela Calledda ha fatto la “follia” (parole sue) di aprire una libreria in un territorio che di librerie ne ha pochissime.
Tutto però è nato anche grazie a delle contingenze. Una su tutte: “Una mia amica aveva un locale sfitto. Mi ha detto: ‘prendilo tu’. È nella piazza principale, c’è il bar di fronte a noi, ho pensato che possiamo fare eventi anche all’aperto. Perché non tentare?”.
Dalla decisione alla realizzazione il percorso è stato non breve ma sicuramente è stato bello. Lo si capisce entrando alla Giraffa. La libreria è un luogo curato, essenziale: nel senso che non c’è nulla di superfluo ma tutto ciò che è necessario. Dei begli scaffali, un bancone solido, un tappeto accogliente, e non solo. Qui tutto ha un suo perché.
Il divano blu, ad esempio, una delle meraviglie di questo luogo, è pronto ad accogliere ospiti, autori, poeti, artisti e relatori. “L’ho preso in un mercatino con Francesca Serra (artigiana del posto che ridà nuova vita a materiali di recupero trasformandoli in piccole opere d’arte legate alla tradizione sarda, ndr)”. Serra ha anche messo lo zampino in un’altra meraviglia della Giraffa: la cassetta delle lettere. Pronta per ospitare lettere vere, scritte di proprio pugno su carta da parte di chiunque vorrà dedicare un pensiero, una riflessione su un libro o sulla libreria (l’indirizzo è piazza Martiri n. 12, 09010 Siliqua).
La maggior parte degli arredi sono oggetti che hanno già una storia ma che sono pronti ad accoglierne tante altre, di storie. Vissute da chi frequenterà questo presidio culturale e raccontate dai libri che saprà scegliere con cura la sua titolare. Perché è doveroso sottolineare che Michela Calledda è una divoratrice di libri, una donna con una cultura ampia e un’intelligenza curiosa, aperta agli stimoli. Con una sensibilità rara e con l’esperienza necessaria (in una libreria ha già lavorato, da dipendente). Qualità che metterà in campo per proporre titoli e dispensare consigli di lettura a chiunque andrà a trovarla a Siliqua.
“Ma alla Giraffa non ci saranno soltanto libri. Faremo delle incursioni nell’artigianato tessile, ospitando artigiani non solo locali”.
Significante e significati
Il nome della libreria lo ha scelto la figlia di Michela. “Quando le ho chiesto che nome darle, Maria ha subito detto la giraffa, perché è il suo animale preferito. Mi piace poi l’immagine dell’animale, con il collo così lungo che dà l’idea di testa tra le nuvole ma con le zampe ben piantate per terra. Unisce la razionalità alla fantasia”.
Non è il solo significato legato che cela questo nome. “Togliatti aveva accostato il PCI a un animale strano come la giraffa. Mi piace perché è un richiamo politico che dà un’identità e quando si decide di fare un lavoro del genere avere un’identità è importante”.
Chi vorrà salire sul collo della giraffa e dei suoi libri per ampliare i propri orizzonti potrà farlo tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 escluso il mercoledì. “Anche di domenica mattina, perché le persone del paese sono a casa, escono e chi vorrà venire dalla città potrà farlo”.
Solca tante praterie, Giraffa, e tieni il collo ben alto per scrutare orizzonti che, da quaggiù, non si vedono ancora.
Togliatti aveva accostato il PCI a un animale strano come la giraffa. Quando si decide di fare un lavoro del genere avere un’identità è importante
Una favola che diventa storia.
Bellissima iniziativa.
Un filo d’erba nel deserto.
Brava, Michela.