Il festival di cultura popolare Cuncambias a San Sperate ha appena concluso la sua diciottesima edizione. Un’edizione speciale, importante.
La pandemia che ha stravolto le nostre vite ci ha a lungo privati del piacere di un incontro dal vivo, di una cultura di strada che nasce da e per l’aggregazione. Il paese museo ha saputo mantenere alto il livello della sua offerta pur con le dovute restrizioni e le norme anti covid-19. Gli incontri tra 28 luglio e 1 agosto, tutti all’aperto sono stati piacevoli e il calendario ricco. Oltre diecimila spettatori hanno invaso San Sperate per cogliere suggestioni e stimoli disseminati in tutto il paese, tra spazi pubblici e cortili privati.
Cuncambias non è infatti solo un festival, è cultura popolare, è un sentimento condiviso di ricerca della bellezza come elemento di crescita e resistenza verso ciò che è gretto, brutto e non inclusivo. Ecco perché l’incontro sulle radici storiche della Sardegna, la presentazione di un libro, un concerto e uno spettacolo teatrale hanno pari importanza della cura con la quale le tante persone che si occupano del punto ristoro, creano un ambiente sicuro e piacevole.
Non è Cuncambias senza un piatto di malloreddus fatti a mano, non è Cuncambias senza le soste utili per ammirare, tra un appuntamento e l’altro, le tante opere d’arte che arricchiscono ogni anno le strade di questo paese che ha saputo diventare casa per tante persone che qui non ci sono nate ma hanno scelto di starci.
Il titolo di questa edizione, ‘Gli Invincibili – Storie per attraversare il tempo’, riassume lo spirito combattivo che caratterizza questo festival sin dai suoi esordi. Tanti gli ospiti in calendario: dai ricercatori ai musicisti, passando per attori, giocolieri, fotografi. Tra questi Valerio Apice, Vanessa Bissiri e Mario Maeso, Nicola Muscas, Graziella Monni, Valeria Deplano, Omar Onnis, Alfonso Stiglitz, Cada Die Teatro, Mauro Palmas, Felice Montervino, Frantziscu Medda Arrogalla, Elena Ledda, Chiara Effe e Matteo Leone, la Botte e il Cilindro, Teatro Atlante, Little Testa, Compagnie del Cocomero, Teatro del Sottosuolo. E tanti anche i volontari, di tutte le età, che manifestano in modo chiaro la voglia di far crescere il paese e il festival. Il saluto finale, dopo il premio letterario “Anselmo Spiga”, è affidato alla voce di Elena Ledda.
“Siamo enormemente felici di questo risultato – commenta Giacomo Casti dell’associazione Antas Teatro – perché visto il momento, il fatto che viviamo ancora in un periodo condizionato dall’emergenza sanitaria legata alla pandemia, aver portato un pubblico numeroso e attento al festival, pur nel rispetto delle prescrizioni anticontagio, è stato un risultato che ci riempie di gioia. Cuncambias ancora una volta è riuscito a creare una ricetta magica tra popolarità e qualità artistica, tra tradizione locale e suggestioni internazionali: vedere sullo stesso palco teatro napoletano e musica sarda, artisti locali e suoni sudamericani, storie nate qui che potrebbero essere ambientate in ogni parte del mondo, narrazioni e vicende universali che hanno come sfondo i muri e le fotografie di San Sperate è esattamente lo spirito che anima il nostro festival da diciott’anni. Se il tema di questa edizione era ‘Gli invincibili’, abbiamo avuto una bella prova che l’arte e la cultura ancora una volta sono invincibili”.
Cuncambias è organizzato da Antas Teatro in collaborazione con Libera la Farfalla onlus, promosso dal Ministero della Cultura, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di San Sperate, la Fondazione di Sardegna.
Le foto sono di Dietrich Steinmetz