Era circa metà agosto quando con i miei amici di Alghero abbiamo deciso di andare, finalmente, a vedere ‘Barbie’ al cinema. ‘Barbie’ era già viralissimo ed era uscito da meno di un mese…si sentiva parlare solo sia dell’uscita di questo film attesissimo sia del contenuto.
Non mi ero fatta spiegare da chi l’aveva già visto com’era e non avevo neanche cercato la trama…sinceramente non sapevo cosa aspettarmi, se un film per bambini o un film per ragazzi. Scoprì alla fine che era un film, secondo me, per adulti, si anche per ragazzi ma con argomenti su cui riflettere.
Non è stato un film per niente scontato e noioso. C’erano delle scene ironiche, ma riflettendoci bene così ironiche non erano. Viste sul grande schermo facevano ridere e facevano pensare che fosse impossibile succedessero cose del genere “fuori dal film”. Guardandoci intorno queste cose succedono sempre ogni giorno nell’ambito scolastico, sportivo e lavorativo. ‘Barbie’ tratta il patriarcato, il femminismo ed il machismo.
É diventata molto virale, dopo l’uscita del film, anche la frase “lui è solo Ken” che ho capito anch’io dopo aver guardato il film.
Barbie voleva cambiare il suo modo di essere per delle persone che guardavano solo il lato esteriore. Il “non essere perfetta” le rimbombava in testa, come rimbomba a ognuno di noi.
Quella sera a vedere ‘Barbie’ eravamo quattro femmine e quattro maschi.
Ci siamo fatti tutti insieme la foto davanti al cartellone con la “B” iconica di Barbie e siamo andati alle giostre. Mentre tornavamo a casa i maschi hanno iniziato a parlare del film dicendo che era stato noioso e che non l’avrebbero riguardato. Noi ragazze eravamo contrarie, e pensavamo fosse stato un bel film e che l’avremmo riguardato.
Poi dopo un po’ di silenzio ci siamo tutte e quattro guardate sorridendo e io ho pensato “sono solo Ken”.
Questa nuova rubrica nasce con la precisa volontà di ascoltare il punto di vista delle persone più giovani su tanti temi, grandi e piccoli. È una generazione spesso trascurata nel dibattito politico e altrettanto spesso è descritta come poco impegnata, disinteressata e senza aspirazioni. Noi pensiamo tutto il contrario e abbiamo deciso di dare loro voce a partire da Giulia Toma, 13 anni di Massa Lombarda, e Filippo Spano, 13 anni di Cagliari, che da oggi animeranno questo spazio di riflessione.
 
			 
    	




 
							




