Sono dieci racconti, dieci piccole storie accomunate dalla ricerca della felicità quelle che il cantautore cagliaritano Matteo Sau ha trasformato in musica in “Quanto mi costa la felicità”, suo secondo lavoro in studio in uscita il 21 marzo. Il disco sarà presentato in anteprima giovedì 29 febbraio al Fabrik di Cagliari, in via Mameli 216, con un concerto all’interno della rassegna B-Side diretta da Emilio Capalbo. Sul palco con Sau Ivana Busu (fisarmonica e synth), Gianluca Pischedda (violoncello), Andrea Lai (basso), Antonio Pinna (batteria e percussioni).
Il disco, che uscirà per l’etichetta La Stanza Nascosta Records, è composto da dieci tracce “unite dalla consapevolezza che questa ricerca non è mai regolare, non ha un inizio e una fine, ma è un camminare, o correre, attraverso la quotidianità – sottolinea Matteo Sau, che firma testi e musiche. – Il disco raccoglie piccoli frammenti, stringe il fuoco su un momento particolare in cui i protagonisti si chiedono quale sia il prezzo della loro felicità e quando sia possibile percepirla. I brani viaggiano nei luoghi e nel tempo senza un ordine preciso, perché la felicità non è tangibile, ma si infila negli stati d’animo dei protagonisti. La corsa alla felicità è condivisione, ma anche egoismo, rassegnazione e abitudine. Il disco è il luogo in cui questi personaggi arrivano, annunciati da una musica come succedeva con le compagnie d’arte che giravano i paesi. Arrivano, raccontano la loro storia e poi, accompagnati dalla stessa musica che li ha accolti, vanno via a cercare altri luoghi”.
Realizzato anche con gli arrangiamenti del musicista e produttore Salvatore Papotto, il disco è “una ricerca esistenziale, una ricognizione e un’osservazione psicologica sotto forma di commedia umana itinerante. Nella coincidenza di intro e outro – un quasi folk crepuscolare, scandito dall’andamento litanico e dolente della fisarmonica, accompagnata dal basso e dal charleston suonato con le spazzole – il cammino si fa circolare, in una perfetta RingKomposition sonora”. I suoni spaziano dal rock alla milonga, dal tango al valzer, passando per il blues, “cucito su misura dei microcosmi umani tratteggiati; storie minime per una narrazione universale”.