La stagione estiva è appena iniziata, ma il bilancio dei furti dalle spiagge sarde è già drammatico: solo all’Aeroporto di Elmas dalla primavera a oggi è stata intercettata una tonnellata e mezza di materiale rubato dalle coste e destinato a lasciare l’Isola. L’allarme arriva da Sardegna Rubata e Depredata, associazione nata alcuni anni fa per denunciare il brutto fenomeno dei turisti che scelgono di portare con sé al rientro dalle vacanze un ‘souvenir’ fatto di sabbia, ciottoli e conchiglie sottratto alle spiagge sarde. La maggior parte è ben imbustato e imbottigliato, spesso con un’etichetta che ricorda la provenienza: Is Arutas, Cala Mariolu, Cala Goloritzé, Cala Luna, Berchida. Il destino di sabbia e sassolini? Potrebbero essere usati per arredare qualche acquario oltre Tirreno, più probabilmente resteranno dimenticati in qualche cassetto come bene ormai inutile perché privo del suo bellissimo contesto.
E le previsioni non sono rosee: “La stagione delle vacanze è iniziata presto con diversi ponti di primavera, per questo abbiamo registrato già numeri importanti – così Franco Murru, ideatore e presidente di Sardegna Rubata e Depredata, che sulla pagina Facebook pubblica spesso foto e notizie del bottino sequestrato durante i controlli sui bagagli in transito all’aeroporto di Elmas – Luglio, agosto e settembre sono i mesi in cui si registrano ovviamente più sequestri, possiamo stimare di confermare i dati delle passate stagioni, con 5/6 tonnellate di materiale solo da Elmas”. Sono cifre impressionanti, a cui si sommano i furti che sfuggono ai controlli. La cattiva notizia è che il fenomeno non sembra diminuire, nonostante già da qualche anno la Regione Sardegna si sia dotata di una legge sul turismo, la L. 16/2017, che all’articolo 40 prevede multe da 500 a 3000 euro per “chiunque asporta, detiene, vende anche piccole quantità di sabbia, ciottoli, sassi o conchiglie provenienti dal litorale o dal mare”. Manca, inoltre, una sistematica campagna istituzionale di informazione e sensibilizzazione sul tema, con molti turisti che confessano di ignorare che il furto di sabbia sia un reato.
La buona notizia è invece che in molti casi la sabbia sequestrata viene restituita alla sua spiaggia: l’associazione Sardegna Rubata e Depredata ha costruito negli anni una rete di volontari e volontarie che nel tempo libero e con risorse e mezzi propri si occupano di riportare il materiale dove è stato rubato. Una piccola consolazione, che ci fa capire come in un mare di ignoranza ed egoismo ci siano anche persone pronte a proteggere e tutelare il patrimonio naturalistico della nostra Isola.