“Prima di raccontare, osserva; prima di muovere la fantasia afferra le cose che hai intorno”. Questo diceva il celebre regista Gianni Amelio ne ‘’Il vizio del cinema’’ e di ciò fa caposaldo Henry Letham al secolo Roberto Castrechini, cagliaritano quarantacinquenne, dj e fondatore della radio web degli Intrepidi Monelli ‘’District’’. Una radio fondata con l’amico fraterno Matteo Matta, e la preziosa collaborazione di Alessandro Vacanti e di Riccardo Cappai, con cui ha iniziato un nuovo capitolo della sua vita all’insegna di buona musica ben selezionata e della valorizzazione dei rioni popolari. Rioni che Henry conosce approfonditamente, essendo nato e cresciuto in via Carpaccio a Mulinu Becciu, quartiere al quale è profondamente legato.
La chiacchierata si svolge al teatro degli Intrepidi Monelli, in quel di viale Sant’Avendrace a Cagliari, durante un lunedì pomeriggio soffuso e tiepido di fine gennaio. Prima curiosità da soddisfare? Il perché del suo nome d’arte. “Ho deciso di chiamarmi Henry Letham – spiega sorridente – in onore dell’omonimo protagonista del film Stay – Il labirinto della mente che ho visto al cinema nel 2005, interpretato magistralmente da Ryan Gosling con la regia di Marc Forster e la sceneggiatura di David Benioff. Mi colpì subito la sua complessità psicologica, indubbiamente intrigante, e il suo modo di vivere in maniera unica l’angoscia e le esperienze difficili che aveva passato”.
Tra i suoi capisaldi spicca l’amore per le periferie, fattore che sta alla base del suo nuovo progetto ‘’Storie di Quartiere’’ che verrà trasmesso proprio su District. “L’obiettivo – sottolinea – è quello di valorizzare i talenti che vengono dai quartieri popolari, troppo spesso sottovalutati e di cui si dà a livello mediatico una immagine distorta. Saranno una serie di interviste itineranti, dove si metterà al centro il valore umano delle persone coinvolte nella sua totalità, che partiranno proprio dai luoghi in cui gli ospiti che intervisto hanno vissuto, mostrando scorci inediti e poco conosciuti, per arrivare al Teatro degli Intrepidi Monelli, sede della radio, in cui fare concludere il tutto. Coinvolgerò persone legate all’ambito sportivo ma anche artistico chiaramente, la durata sarà di circa cinquanta minuti, la cadenza con cui le puntate usciranno sarà di una volta al mese”. Tutto è pronto per il gran debutto che sarà all’insegna dello sport e dei valori che trasmette. “La prima puntata uscirà il primo marzo, il nostro prima ospite sarà Riccardo Spiga uno dei più bravi e preparati personal trainer cagliaritani, che gestisce il suo studio in via Roberto Binaghi ovvero a Mulinu Becciu il mio quartiere. Iniziare dal luogo dove sono nato e cresciuto è per me qualcosa di molto importante e di grande valore umano”. Intanto, tra le iniziative di imminente uscita ci sarà la pubblicazione sul canale youtube di District delle interviste realizzate a esponenti di spicco della Stand-Up Comedy Sardegna come Albert Huliselan Canepa e Alessandro Atzeni nel corso dell’open mic tenutosi agli Intrepidi Monelli 5 gennaio. Un settore quello della stand up su cui gli Intrepidi Monelli hanno sempre creduto. “Proprio per questo – aggiunge – tra i nostri primissimi ospiti c’è stato Pasqualino Massa la cui intervista è stata pubblicata il 30 novembre”.
Tra le collaborazioni portate avanti spicca quella con il Centro Commerciale I Fenicotteri in via San Simone. “Crediamo molto in questa collaborazione, in quanto District è una radio itinerante e andando avanti nel tempo sarà sempre più dinamica e aperta. Fare radio in un centro commerciale è un’esperienza intensa e particolare, è un contesto dove devi saperti adattare e cogliere ciò che può andar bene in quel specifico frangente alla gente. Tutto sta nel coinvolgere le persone, facendole sentire parte integrante e non semplici ascoltatori e spettatori. Insieme a Riccardo Cappai, che si occupa anche della parte audio e video, realizziamo anche dj set che possono dare una nuova chiave di lettura a brani iconici della tradizione italiana, in modo da fare qualcosa che possa essere fresco ma al contempo con buoni contenuti”. In questi mesi sono state tante le interviste realizzate al Centro I Fenicotteri. “All’interno del Centro – prosegue Henry – c’è un’area che risultava inutilizzata e che tramite Matteo Matta è stata riaperta. Lì abbiamo organizzato tante mostre e incontri culturali, coinvolgendo artisti come Giorgio Murtas, Gaetano Corallo in arte Tano, le sorelle Martina e Stefania Fanni, il rapper Bosky, il poeta Mauro Liggi e tanti altri ne coinvolgeremo di volta in volta”.
Le idee per il futuro non mancano di certo. “Nei prossimi mesi realizzerò una serie di approfondimenti sugli artisti con cui sono cresciuto che caricheremo nel profilo Instagram di District e nel nostro canale YouTube, nel mentre stiamo lavorando anche alla creazione della pagina Facebook. Farò delle puntate monografiche in cui racconto la loro storia e in cui nel mentre mixo anche i loro pezzi, unendo così la mia passione per il djing a quella per la comunicazione’’. Una passione quella per il djing che Henry coltiva sin dal 2002. “Ricordo benissimo e con piacere le serate black al Charlie, ho avuto la fortuna di conoscere dj di spessore come Jfk e Marcello Casu che per me sono stati dei maestri”. Nel 2016 è arrivato il momento del suo debutto. “Fondamentale in questo caso è stato il supporto dei fratelli Simone ed Emanuele Pruner, che mi hanno sempre spronato e dato dritte dal punto di vista tecnico fondamentali, facendomi avvicinare anche all’elettronica fattore questo che mi ha fatto crescere notevolmente”. Per Roberto essere un dj va ben oltre mettere in scaletta i pezzi che più ama. “Essere un dj – rimarca – vuol dire trovare sempre nuove interpretazioni, vuol dire davvero avvicinarsi alla gente, cogliere i loro sentimenti cercando di metterli in musica, regalando loro un attimo di spensieratezza e di gioia. Ogni serata che faccio cambio la scaletta, mi piace variare e mettermi sempre in discussione”.
Mettersi in discussione per proiettarsi verso nuovi orizzonti, senza mai dimenticare le proprie radici. “Sono legatissimo a Mulinu Becciu – conclude – con il mio quartiere ho sviluppato da subito un senso di appartenenza fortissimo. Lì ho stretto legami indissolubili, più forti di tutto. Spero di restituire al mio quartiere tutto l’amore e l’ispirazione che mi ha dato”. Un amore frutto della semplicità e della valorizzazione delle piccole cose, tratti salienti dei rioni popolari, comunità vive più che mai pronte a fiorire in una nuova primavera culturale ricca di idee da concretizzare.