Non mancano mai le occasioni per parlare di calcio. A volte nel bene altre volte per eventi che ci portano via i nostri sogni. La recente scomparsa di Gigi Riva (ne abbiamo parlato qui nell’articolo di Mario Gottardi) è stata l’occasione per parlare ancora di calcio, non di quello attuale ma quello di tanti anni fa. Riva è un mito senza tempo di cui si è parlato e scritto tanto ma c’è sempre qualche aspetto che merita di essere esplorato, talvolta per stimoli extra-sportivi. Per esempio scoprire quanti musicisti in Sardegna hanno dedicato la loro verve creativa al centravanti del Cagliari e hanno cantato le gesta dell’eroe come nella migliore narrazione epica.
Il primo reperto che è saltato fuori è, manco a dirlo, “Lo Scudetto In Sardegna”, inno alla storica conquista dello scudetto del Cagliari e dei suoi eroi nel campionato di calcio 1969/1970. Un 45 giri che ha girato moltissimo inciso da Serafino Murru di Ollastra Simaxis nel 1970, accompagnato per l’occasione da Peppino Pippia alla fisarmonica e Pietro Fara alla chitarra nel classico standard trio della musica popolare sarda. Il disco fu registrato negli studi della Tirsu a Decimomannu e venne stampato come singolo con due canzoni, “Lo scudetto in Sardegna” (che si basava su un testo di Pietro Giallara) e il lato B che comprendeva “Dae Terra Lontana” e fu un successo clamoroso con oltre centomila copie vendute e divenne il tormentone di quella magica estate. Di questo brano ne parla in modo approfondito Giovanni Perria, uno dei massimi esperti di musica sarda e vale la pena riportare un suo lontano ricordo: “Ci eravamo recati un giorno, doveva essere il 1971, Murru, Pippia e il sottoscritto in un paese dell’Oristanese, in occasione di una sagra, per stare un poco insieme e mangiare qualche muggine arrosto. Mentre camminavamo, tra un saluto di qua, una stretta di mano di là, un bicchiere di vernaccia e un aneddoto, da tutte le bancarelle, dai radioregistratori portatili che ragazzi e anche adulti tenevano in mano, dalle baracche dove si spacciavano vino e altre bevande, dai mangiadischi di macchine in sosta provenivano le note di quel Mutu. Tanto che io, scherzando, gli dissi: O Serafi’ ma sesi in dònnia logu. Arratz’e noia!”. In effetti è difficile dimenticare quei versi: “Riva il cannoniere quando tira il rigore fa tremare il portiere…”. Poesia pura per i tifosi rossoblù (magari un po’ meno per tutti gli altri). Ma si sa la fede calcistica non si discute e non ammette contradditori. Serafino Murru sulla scia di quel grande successo pubblicò anche un altro disco che si concentrava sul bomber dal titolo “Alè Riva” che però non riuscì a ripetere il boom del precedente. Il disco vedeva Serafino Murru alla voce accompagnato da Peppino Pippia alla fisarmonica e Aldo Cabizza alla chitarra e un lato B che ospitava un classico della tradizione come “Rusignolu in Foresta”.
Nel 1970 sempre sulla scia della sbornia post scudetto, l’etichetta Sortmen Record pubblicò un 45 giri con due brani: “Dai Riva Forza Cagliari” e “Lo scudetto di Paddori”, il primo scritto ed eseguito da The Shardana in collaborazione con Roberto Cardia e Remigio Pili e il lato B lasciato a Salvo Scano. Gli Shardana erano originari di Villacidro, in provincia di Cagliari, è questa è l’unica registrazione su disco che è possibile trovare nonostante una lunga e apprezzata carriera, soprattutto live. In quella band ci sono passati tanti musicisti, in primis i fratelli Saiu di Villacidro e persino Mario Paliano che poi troveremo nei Cadmo insieme ad Antonello Salis e Riccardo Lay. Una proposta in linea con i suoni della fine degli anni Sessanta con forti influenze ereditate dalle band inglesi e qualche riferimento alla tradizione locale, una sorta di psichedelia delle origini, forse ancora grezza ma molto efficace. Un reperto che è quasi introvabile stampato in mille esemplari che merita di essere cercato con pazienza.
Dello stesso periodo un 45 giri messo in commercio da un certo Gigi Rivelli (sic) intitolato semplicemente “Forza Cagliari” e sul lato B un richiamo al bomber: “Arriva Arriva… Riva”. Di questa release edita da Presence Record di Napoli non si sa molto ma è giusto citarla.
Così come non si può non citare l’omaggio che Raffaella Carrà dedicò a Gigi Riva nell’edizione di Canzonissima del 1970 quando presentò una canzone e una coreografia dedicata al nostro Gigi, “Viva Gigi Riva” che frugando nel web si riesce fortunosamente a rivedere: uno spettacolo pazzesco con la Carrà al massimo della sua verve scenica, la sua carica erotica e una leggerezza che arriva da altri mondi.
Siamo sempre nel magico 1970 quando la Tirsu pubblica il disco d’esordio di Maria Carta intitolato “Sardegna Canta” (poi ripubblicato in CD dalla casa discografica Aedo di Franco Madau in tempi più recenti). Quel disco è una sorta di split album in cui Maria Carta è accompagnata da Serafino Murru, Tore Canu e Mariano Lilliu, con brani suonati insieme e altri lasciati ai singoli musicisti, e contiene Alè Riva di cui parlavo sopra scritta da Serafino Murru nello stile che lo ha sempre caratterizzato: chitarra in Re, fisarmonica e la voce di Mariano Lilliu che racconta la vita e le gesta di Rombo di Tuono.
Ma non finisce qui. Passato qualche anno, nel 1980, in occasione dei campionati europei, dietro beneplacito della FIGC, vede la luce un documentario realizzato da Ezio Luzzi dal titolo “Italia chiama Europa” per raccontare la storia dei campionati europei di calcio attraverso le voci di tanti protagonisti dello sport, giornalisti. Calciatori, addetti ai lavori. In contemporanea viene anche pubblicato un vinile con la colonna sonora del film con musiche di Pippo Caruso e la sua orchestra e altri artisti (tra i quali Tony Santagata) e persino la voce di Gigi Riva che ricorda la vittoria italiana del 1968.
Bisognerà aspettare qualche anno per ritrovare Gigi Riva nei versi di una canzone quando Piero Marras pubblica nel 1982 il suo album “Marras” per la EMI al cui interno troviamo il brano “Quando Gigi Riva Tornerà” (successivamente pubblicato anche come singolo). “Marras” è il terzo album del cantautore sardo e chiude un trittico iniziato con “Fuori Campo” e “Stazzi Uniti”, tutti caratterizzati dall’utilizzo dell’italiano come lingua madre per affrontare tematiche di carattere politico e sociale tipici della musica di quegli anni. La EMI investì molte risorse in questa produzione e non mancarono gli apprezzamenti sia del pubblico sia degli addetti ai lavori: il prestigioso riconoscimento della Vela d’Argento come miglior nuovo cantautore ottenuto alla Mostra internazionale di musica leggera di Riva del Garda del 1983 confermò che la strada era quella giusta. In rete si trova anche un video di quel brano che risale al 1983 ed è un’ottima occasione per riascoltare uno dei più popolari artisti sardi omaggiare il grande Gigi. “Quando Gigi Riva tornerà / Non ci troveranno ancora qua / Con la vita in fallo laterale / E il sorriso fermo un po’ a metà / Tornerà la voglia di sognare / Quando Gigi Riva tornerà”. Il 24 gennaio 2024 queste parole sono echeggiate durante il funerale di Riva alla basilica di Bonaria a Cagliari per l’ultimo saluto al campione ed era giusto così.
Nonostante il grande riscontro popolare dopo questo disco Piero Marras cambia registro e decide che la sua lingua sarà sa limba e la Sardegna il suo principale topos narrativo: un’altra storia, un’altra vita. Nel 2022 Riva ha pubblicato per Rizzoli, in collaborazione con Gigi Garanzini, una sua autobiografia dal titolo emblematico “Mi chiamavano Rombo di Tuono” e ha trovato modo di ricordare anche quella canzone di Piero Marras: “A carriera finita, ebbi anche l’onore di una canzone dedicata a me. La scrisse e la incise non De André, non esageriamo, ma un bravo cantautore sardo, Piero Marras. Una ballata dal titolo Quando Gigi Riva tornerà: sottinteso, solo allora torneranno i tempi d’oro del Cagliari. Confesso, e lo dissi a suo tempo a Piero, che la prima volta che l’ho ascoltata mi sono commosso e un po’ anche turbato. Avrò avuto quarant’anni, per natura mi sforzavo di non guardare mai indietro e mi sembrava un po’ prestino per sentirmi un reduce. Adesso che ne ho quasi il doppio e che il grande Cagliari appartiene ormai a un passato così remoto, ogni tanto la ascolto volentieri. Perché è gradevole. È un pretesto per sognare. Ed è anche un omaggio straordinario”. Il brano è stato anche inserito nella colonna sonora di Nel nostro cielo un rombo di tuono, film diretto da Riccardo Milani, come si vedrà più avanti.
In tempi più recenti saranno gli Askra di Siniscola a omaggiare il bomber con il brano Gigi Riva che chiude l’album “Colores” pubblicato nel 2009. Classico brano combat rock composto da Marco Cau e Alessandro Chighini nel tipico stile di questa band, testo in limba e pathos alle stelle, dimostrazione sincera di afflato popolare e la consueta voglia di cantare, saltare, liberarsi e ribadire il senso di appartenenza a una terra e alla sua storia. E in questa narrazione la figura di Gigi Riva è perfetta per creare quel sentimento di coesione regionale, di identità popolare e partecipazione condivisa.
A conferma di un mito senza tempo, non poteva mancare un inno dedicato al campione. Ci ha pensato il maestro Simone Pittau che ha scritto le musiche di “Orgoglio Rossoblù” con i testi di Vittorio Sanna, la collaborazione dell’Orchestra da Camera della Sardegna e le voci del soprano Elena Schirru e del tenore Mauro Secci. Di questo inno non poteva mancare la versione pop con accompagnamento di chitarra e la voce di Beppe Dettori.
Intorno al 2019 viene presentato lo spettacolo teatrale “Un ragazzo di nome Gigi Riva”, con Alessandro Lay e Andrea Andrillo, in occasione dei 75 anni di Riva. Alessandro Lay fa parte della scuderia dei Cada Die Teatro che già aveva messo mano al mito del calciatore con lo spettacolo “Riva Luigi ‘69 ‘70. Cagliari ai dì dello scudetto”, e di cui questa nuova pièce è da considerare come una sorta di spin-off che si concentra sugli anni giovanili di Riva. Per l’occasione Andrea Andrillo ha composto una canzone il cui titolo non lascia dubbi sul contenuto: “Rombo di Tuono”.
Nel 2021 il regista Giorgio Pitzianti ha scritto e diretto una pièce teatrale chiamata semplicemente “Luigi”, una nuova e inedita lettura della vita di Gigi Riva questa volta incentrata più sulla persona che sul personaggio. La voce narrante è stata affidata a Luca Ward e le musiche, composte da Christian Cassinelli, Riccardo Leone e Tommaso Spada, vengono eseguite da giovani musicisti del Conservatorio di Cagliari.
Alla fine del 2021 sarà Federico Buffa a ricordare Gigi Riva con lo spettacolo “Amici Fragili” e racconta la storia del mitico incontro tra Riva e Fabrizio De André che la leggenda fa risalire al 14 settembre del 1969 e anche qui siamo oltre le vicende sportive, dentro un turbine di emozioni e suggestioni che travalicano la realtà e diventano mitologia. Lo spettacolo è realizzato con la regia di Marco Caronna che calca il palco anche in veste di musicista (chitarre, voci) insieme ad Alessandro Nidi (pianoforte) e la partecipazione virtuale di Paolo Fresu, che compare con un cameo sulle note di “No potho reposare”. E poi tanta musica, soprattutto quella del cantautore genovese che in Sardegna ha trascorso una parte importante della sua vita.
In tempi più vicini a noi, siamo nel 2022, viene presentato il docufilm “Nel nostro cielo un rombo di tuono”, diretto da Riccardo Milani. Una full immersion di filmati d’epoca, interviste, ricostruzioni e le musiche originali di Paolo Fresu e Andrea Guerra oltre ai recuperi di artisti come De André, Tazenda, Morricone, Piero Marras e tanti altri.
Anche la cantautrice Chiara Effe ha dedicato una composizione alla storia del Cagliari e dei suoi protagonisti. Si tratta di “Undici” il brano che chiude l’album “Via Giardini” uscito nel 2024 e di meglio non si può ascoltare per celebrare questa meravigliosa storia di sport e vita.