“Il mare è il luogo dove mi disseto, in cui riesco a trovare quei suoni e quei profumi che rimettono in sesto e che nutrono l’anima”. Gianni Mascia quando pronuncia queste parole ha lo sguardo rivolto davanti a sé, con i suoi occhi azzurri vividi che guardano a un orizzonte da cui scorgere nuove suggestioni per i suoi versi. Versi che saranno protagonisti dell’ottava edizione del festival socio letterario ‘’LibrAmare’’, ideato e organizzato dalla sua Scuola Popolare di Poesia Is Mirrionis e dalla Cooperativa Sociale Golfo degli Angeli, con il contributo del Comune di Cagliari, che – per un totale di otto appuntamenti di cui il primo è andato in scena il 12 giugno e di cui gli altri si svolgeranno a partire dalle ore 20 il 19 giugno, il 26 giugno, il 3 luglio, il 10 luglio, il 17 luglio, il 24 e il 31 luglio – si terrà alla prima fermata del Poetto a Cagliari nell’Agorà del Golfo 1.
Appuntamenti di rilievo presentati dalla giornalista di TCS Alessandra Addari, con gli eleganti accompagnamenti musicali di un musicista esperto e talentuoso come Mauro Dedoni, che coinvolgeranno poeti e poetesse di spessore oltre che varie realtà che operano nel sociale come MEDSEA Foundation, Domus de Luna, Mariposa de Cardu, Il Sogno di Giulia Zedda, ANMIC, Giulia Giornaliste, Ludis Iungit e Agapanthus. Tanti i protagonisti di queste otto serate tra cui Tomaso Tiddia, Luca Masala, Clara Murtas, Rita Carta, Lollo Manca, Maria Teresa Meloni, Barbara Della Notte e Alessandra Nateri Sangiovanni, il Tenore Murales di Orgosolo, Gianni Loy, Silvia Tocco Jubanne Maisias, Natalia Fernàndez Diaz Cabal, Danilo Mallò, Anna Borghi, Roberto Rampone, Alberto Lecca, Federica Abozzi, Fausto Siddi, Pedro Gutierrez, Anna Lombardo con un gran finale all’insegna del ricordo del giornalista Antonello Lai, venuto a mancare il 2 agosto del 2024.
Le iniziative di valore non finiscono certo qui perché, a partire da settembre, si terranno tre laboratori di scrittura creativa destinati ai bambini e agli adolescenti a cura della poetessa Rita Carta, – una delle voci più significative della Scuola di Poesia e del quartiere di Is Mirrionis in cui è nata, cresciuta e dove ancora oggi vive – rivolti a coloro che fanno parte del centro di quartiere Strakrash, della fondazione Domus de Luna e dell’associazione Le pergamene di Melquiades.
“L’idea del festival LibrAmare – racconta il poeta simbolo di Is Mirrionis, 66 anni – risale al 2016 circa, mentre leggevo e mi trovavo al mare alla sesta fermata. Pensai che unire questi due flussi, ovvero quello delle onde del mare e quello dei pensieri scaturito dalla lettura, potesse essere un’idea interessante da sviluppare. Chiamai subito Gigi Loi che all’epoca era presidente della Cooperativa Golfo degli Angeli e lui fu subito entusiasta. Mi mise in contatto con Tina Abis, l’attuale presidente, e immediatamente si è instaurata una alchimia speciale tra noi tre. All’inizio il progetto fu una sperimentazione, un tentativo di festival in cui cominciammo per sondare il terreno con una serie di presentazioni del mio libro ‘Tzacca Stradoni!’ poi il tutto si è fatto più strutturato, evolvendosi e diventando un festival a tutti gli effetti. Un ruolo fondamentale nel fare sì che il progetto facesse sempre più passi in avanti ha avuto Ornella Donini che si è occupata della progettazione e della comunicazione, dando davvero un contributo prezioso. Stesso discorso per Mauro Dedoni con le sue musiche e Alessandra Addari che con il suo modo di presentare raffinato e appassionato ha permesso che gli appuntamenti avessero ancora più pathos e dinamicità”.
Un festival, questo, definito socio letterario non a caso perché la poesia non è mai fine a se stessa ma si unisce, per l’appunto, con l’analisi del tessuto urbano e sociale, soffermandosi sulla sua grande importanza nel fare luce in quei momenti di buio che spesso si attraversano nell’esistenza. “Non mi è mai interessato avere a tutti i costi grandi nomi anche se non sono mancati – spiega – perché questo non è il festival dei poeti ma della poesia che è presente in grande quantità senza mai fare venire meno la qualità. LibrAmare è un luogo di condivisione e di libertà aperto a tutte e a tutti, è un momento di ritrovo dove si percepisce armonia e affetto, aspetti questi che non sono scontati ma anzi. Il mare fa da sfondo al legame tra tante anime che amano davvero la poesia e sanno coglierne il valore più autentico”.
Gianni parla con quella passione genuina e sincera che in pochi possiedono, alternando un italiano colto e schietto al cagliaritano vivace pieno di brio. Dal festival LibrAmare, che negli anni ha coinvolto figure del calibro di Nicola Crocetti, Anna Cristina Serra, Natalia Fernàndez Diaz Cabal, Anna Lombardo Geymonat e Germain Droogenbroodt, si sofferma poi su vari argomenti significativi come la pedagogia, la situazione politica italiana attuale, l’amore per il suo quartiere Is Mirrionis e la necessità di investire nel concreto su di esso, le estati a Seui – paese natale del padre Efisio – durante l’infanzia e l’adolescenza, i laboratori di scrittura in carcere, gli anni di insegnamento nelle scuole elementari, quanto sta accadendo in Palestina e molto altro. “Ho tanti progetti per il futuro – aggiunge – qualcosa bolle sempre in pentola. Stiamo lavorando attualmente alla pubblicazione per fine anno dell’opera del poeta siculo Bartolo Cattafi ‘’Qualcosa di preciso’’ tradotta da me in sardo, inoltre negli ultimi mesi sto rivedendo con molta attenzione un centinaio di poesie realizzate nel tempo in vista di una nuova raccolta dopo ‘’Vento di Lorca’’. Vorrei anche realizzare un nuovo numero della mia rivista ‘’Coloris de Limbas’’ che non pubblico dal 2018 e che fondai nel 2001 e vorrei anche organizzare una nuova edizione di ‘’Sulle orme di Faber’’ premio letterario che non faccio da un po’ di anni”.
Proprio il premio letterario dedicato a Fabrizio De André offre lo spunto per ricordare il loro incontro alla fine di luglio del 1997. “Ci parlai all’Agnata dove si trova la sua tenuta – ricorda – io mi trovavo lì con mia moglie Monia, eravamo in viaggio di nozze. Arrivammo verso le 15, mangiammo e poi ci riposammo. Ci svegliammo verso le 18, in quel momento arrivò Faber, mia moglie Monia lo vide dal balcone, lui ci salutò e ci invitò a scendere per bere qualcosa assieme. Parlanno per circa un’ora, ricordo che bevette del buon Vermentino e che fumò una decina circa di sigarette MS Blu. Parlammo subito di spiritualità, volammo subito in cielo letteralmente. Quando seppe che scrivevo poesie rimase molto incuriosito e mi disse di mandargliele. Mi presi del tempo per farlo, forse troppo perché circa un anno e mezzo dopo lui morì e alla fine non gli inviai nulla. È un piccolo, dolce, rammarico che ho questo. Mi colpì subito la sua empatia e il suo antidivismo, Faber era uno di noi, pienamente”. L’ultima riflessione prima dei saluti non poteva che essere sulla poesia e sulla sua preziosa funzione. “Un poeta deve seminare e fare sentire la sua voce di dissenso, ora più che mai. Non bisogna mai dimenticarsi che la vita non è avere ma essere”.