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Architetture di pietra, l’associazione Perdas Novas lancia un progetto sperimentale per costruire un nuraghe e un convegno internazionale sul megalitismo

Di Redazione
13/10/2023
in Cultura
Tempo di lettura: 5 minuti
Architetture di pietra, l’associazione Perdas Novas lancia un progetto sperimentale per costruire un nuraghe e un convegno internazionale sul megalitismo

Da Gergei, un piccolo comune dalle origini antichissime nel Sarcidano, immerso in uno splendido scenario che racchiude preziosi siti archeologici e architettonici del periodo pre-nuragico e nuragico, fenicio punico e romano, ha origine il cuore di un progetto guidato dall’associazione culturale Perdas Novas che prende vita tanti anni fa dalla passione per la civiltà nuragica e per le pietre, dallo studio sul campo delle tecniche costruttive arcaiche dei nuraghi e dall’amore per la propria terra dei fratelli Simone e Claudio Ollanu insieme a Beatrice Auguadro, architetta di origini sarde residente a Como, appassionata della Sardegna e dell’archeologia nuragica. Una importante iniziativa che vede l’organizzazione nell’isola del primo convegno internazionale “Architetture di pietra – Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica” e il lancio del “Progetto Nuraghe|Perdas Novas”, il più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna per la costruzione ex novo di un Nuraghe trilobato nell’agro di Gergei, con tecniche di archeologia sperimentale e l’organizzazione logistica di un cantiere di epoca nuragica.

Un’impresa imponente che sin dai primi passi è accompagnata e sostenuta da un appassionato gruppo di studiosi ed esperti, ingegneri, architetti, archeologi, storici, filosofi, ricercatori a vario titolo e operatori economici, nata dall’urgenza di intraprendere una serie di iniziative volte alla conservazione e alla valorizzazione dell’eredità culturale e contribuire al rilancio del patrimonio architettonico e monumentale sardo di epoca preistorica e protostorica, caratterizzato proprio dalle architetture antiche degli oltre 8 mila nuraghi.

Il convegno “Architetture di pietra”

Il 10, 11 e 12 novembre si terrà il convegno “Architetture di pietra – Strutture megalitiche e monumentali in Sardegna e nel Mediterraneo in epoca preistorica e protostorica” che si articolerà nelle tre giornate dalle 9 del mattino fino alla sera, rispettivamente nei Comuni di Serri, Isili e Gergei, e vede tra i relatori tanti esperti e studiosi, sardi, nazionali e internazionali, il coinvolgimento dell’Università di Cagliari e dell’Università di Sassari, la Regione Sardegna, la Fondazione di Sardegna, la Soprintendenza di Cagliari, la Soprintendenza di Oristano e Sud Sardegna, la Soprintendenza di Sassari, la Comunità Montana Sarcidano-Barbagia di Seulo, il Gal Sarcidano-Barbagia di Seulo, i sindaci che ospitano l’evento di Gergei, Isili e Serri, la Federazione delle Associazioni Sarde in Italia (FASI), i comuni del territorio (Barumini, Mandas, Escolca, Gesturi, Laconi, Nuragus, Nurallao, Genoni) e dell’isola, e i rappresentanti e le rappresentanti istituzionali.

Un’occasione unica di condivisione e di confronto diretto con una serie di importanti realtà regionali, nazionali e internazionali di esperti delle strutture megalitiche e monumentali, dal Neolitico sino alla fine del I millennio a. C. e di altri paesi del Mediterraneo, per approfondire in particolare le caratteristiche costruttive delle costruzioni in pietra e a secco.

Tra gli ospiti dei tre giorni, oltre agli ideatori del progetto, Roberto Masiero, Alberto Moravetti, Serena Noemi Cappai, Sandro Garau e Alessandro Atzeni,  Francesca Mercadante, Maria Teresa Como, Francesco Cucca, Eydar Dror, Philippe Gouezin, Philippe Guillonnet Moderano le tre giornate del convegno Roberto Concas e Antonella Casula.

 Tre le sessioni principali, una per ogni giornata: venerdì si affronterà il tema del Megalitismo Italiano e Mediterraneo e Visione del paesaggio megalitico-culturale; sabato si parlerà di Architetture megalitiche e monumentali in Sardegna e caratteristiche costruttive. L’ultima giornata di domenica sarà dedicata alla Sessione di progettazione partecipata sul Progetto Nuraghe Perdas Novas. In programma anche visite guidate al cantiere sperimentale dove verranno illustrate le tecniche costruttive di un nuraghe e le modalità di movimentazione e lavorazione della pietra

Il cantiere sperimentale per la costruzione del nuraghe

Il “Progetto Nuraghe” prevede la realizzazione di un cantiere-laboratorio a cielo aperto per la costruzione integrale di un Nuraghe trilobato, nell’agro di Gergei. Un’impresa titanica finora mai tentata da nessuno: costruire daccapo, con pietre nuove, un Nuraghe, restando il più aderente possibile alle probabili e realistiche tecniche costruttive dell’epoca, attraverso l’utilizzo dei materiali disponibili sul territorio, come presumibilmente succedeva in antichità. Uno spazio di lavoro propedeutico che richiederà almeno vent’anni per l’innalzamento della monumentale opera e che si basa sulla conoscenza attraverso lo studio e la sperimentazione, in cui si seguono i principi dell’archeologia sperimentale a partire dall’opera di taglio, trasporto e posa delle grandi pietre. Il convegno rappresenta l’evento di lancio del più grande progetto di cantiere sperimentale nuragico avviato in Sardegna. La prima fase del progetto, attualmente già in corso, vede nel cantiere di archeologia sperimentale “Is Perdas” (Gergei), finanziato attraverso un bando GAL, visitabile in occasione del convegno, le prove di costruzione a terra, attraverso uno studio pratico-scientifico, della parte sommitale del nuraghe: quella parte che purtroppo non possiamo più vedere nei monumenti millenari a tholos della Sardegna, perché crollata. Il cantiere di archeologia sperimentale Perdas Novas dove invece nella seconda fase verrà costruito integralmente il Nuraghe, avrà la sua sede ufficiale nell’agro di Gergei.

Un nuraghe costruito da zero, il sogno dei fratelli Ollano

“Costruire per capire“, è il motto che muove i promotori dell’iniziativa, i fratelli Simone Ollanu e Claudio Ollanu insieme all’architetta Beatrice Auguadro, affiancati dal supporto tecnico-scientifico di studiosi della civiltà nuragica e dal contributo fondamentale di maestri artigiani della lavorazione della pietra, del legno, delle corde. “Un sogno che nasce dal contatto con la materia che caratterizza la nostra terra: la pietra. È la passione che ci spinge a realizzarlo, proviene da lontano ed è stata alimentata in questi anni dal rispetto, dalla curiosità, e dall’orgoglio provati dinanzi ai monumenti antichi sapientemente costruiti dai nostri antenati: i Nuraghi”, spiega Claudio Ollanu, vicepresidente di Perdas Novas. Un’idea progettuale nata negli anni 2015-2016 e che via via è andata sviluppandosi e consolidandosi fino alla costituzione dell’associazione culturale Perdas Novas nel 2020. Un lavoro di sperimentazione delle antiche tecniche costruttive che trae ispirazione da tutti questi anni di studio e analisi sui nuraghi, di ricerca sulle varie metodologie con il coinvolgimento di esperti ed accademici nell’ambito dell’archeologia, della storia sarda, dell’ingegneria, filosofia, architettura e gestione dei beni culturali. E soprattutto dall’esperienza diretta sul campo dei fratelli attraverso la costruzione, con le pietre megalitiche, dell’agriturismo di famiglia “Is Perdas”, oggi tra le strutture ricettive più importanti del territorio e dell’isola che accoglie ospiti da tutto il mondo, dall’amore incondizionato per la Sardegna e dalla loro incontenibile passione e curiosità, determinata dal desiderio di scoperta della propria identità attraverso l’eredità culturale e materiale che gli antichi ci hanno lasciato. “Un sogno, concreto, per accendere un faro importante sul nostro patrimonio archeologico, che ha origine dal desiderio e dalla volontà di valorizzare e promuovere la civiltà nuragica in Sardegna, le cui tracce, ancora in piedi, ci consegnano testimonianze dal valore inestimabile dell’eredità architettonica, archeologica, culturale, artigianale e paesaggistica, e per creare un futuro sostenibile in un territorio ad alto potenziale storico, turistico e culturale”, aggiunge Simone Ollanu.

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